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Difese immunitarie, trovato fattore di crescita dei natural killer

Il meccanismo delle barriere protettive è stato svelato decifrando il codice dalla proteina Ikaros

24/01/2024
Crediti ISTOCKPHOTO - Linfociti

Nei mesi del Covid siamo stati sommersi da informazioni riguardanti il ruolo del sistema immunitario, e della necessità di difenderci dalle infezioni mediante anticorpi e memoria immunologica, tanto che ancora oggi ci sentiamo ripetere raccomandazioni speciali inerenti le vaccinazioni negli anziani, nei soggetti immunodepressi, e a quanti si sottopongono a terapie che abbassano le difese naturali. Recentemente i ricercatori hanno approfondito una tappa di questi passaggi, legata alle proprietà della proteina Ikaros, di cui tanto parlano gli addetti ai lavori.

 

Ormai tutti sappiamo che ogni essere vivente, per parare il colpo in presenza di attacchi esterni da parte di agenti infettivi ostili, o per individuare mutazioni e rimuovere cellule senescenti, entra in gioco un contingente di sentinelle disseminate nel corpo umano, guardie che avvisano che qualcosa non va in presenza di estranei. E devono esserci anche squadre di emergenza pronte a intervenire per correre ai ripari. Nell’organismo umano fanno tutto ciò le difese immunitarie.

 

Di recente, per la prima volta, come ha riportato la rivista Nature Immunology, alcuni scienziati del Biomedicine Discovery Institute della Monash University in Australia hanno scoperto un meccanismo chiave dell’apparato immunitario decifrando il codice della proteina Ikaros e svelandone nuovi significati e dinamiche. Un passo importante, questo, che trova applicazioni anche nello sviluppo di nuove terapie anti-cancro. Il capofila dello studio, Nicholas Huntington, e i suoi collaboratori hanno permesso di comprendere meglio come entrano in azione le difese del nostro organismo e in quali casi sono meno efficienti.

 

Il risultato del lavoro potrebbe modificare la conoscenza riguardo le reti di controllo genetico che influenzano numerose caratteristiche come, ad esempio, il colore degli occhi o la sensibilità ad alcuni tumori.

 

In aggiunta il team del Professor Huntington ha dimostrato che Ikaros ha un ruolo nella fisiologia dei linfociti B.

 

Adattamento dei linfociti

I linfociti sono globuli bianchi del sangue, rappresentano la unità di elite del nostro sistema di difesa. “I fattori di trascrizione di Ikaros sono essenziali per la funzione dei linfociti, ma il loro ruolo in processi quali la linfopoiesi e l’immunità innata non è ancora ben noto”, hanno spiegato i ricercatori australiani. Quando quei fattori di trascrizione si inceppano – in particolare quelli del gruppo JUN/FOS, fondamentali per lo sviluppo embrionale e per la formazione dei tessuti – le cellule natural killer (NK), una sorta di combattenti in prima linea impegnate a difendere il nostro corpo contro gli agenti patogeni, le infezioni e i tumori, perdono potere ed efficacia. Tanto che riescono più a riconoscere e distruggere le cellule infettate o quelle tumorali e in metastasi. Grazie alle nuove informazioni portate alla luce dal team del professor Huntington, potrebbero essere migliorati alcuni farmaci in grado di stimolare e rafforzare le cellule NK e il loro ruolo difensivo.

 

Linfociti B

Come ha dimostrato il professor Huntington, la proteina Ikaros agisce anche sulle cellule B sane e quindi potenzialmente potrebbe servire nella cura dei tumori che colpiscono questi stessi organismi cellulari. Le cellule B, o linfociti B, svolgono un ruolo essenziale nella produzione di anticorpi contro determinati antigeni, ossia sostanze che il nostro apparato immunitario rileva e tratta come estranee e come minacce pericolose. Gli esiti della ricerca della Monash University, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, potrebbero ampliare le frontiere dello studio della genetica e permettere di capire meglio i fattori che determinano e influenzano alcune caratteristiche come, per esempio, il colore degli occhi e la sensibilità e la predisposizione alle forme tumorali.