Con il sostegno di:

Diabete, pandemia silenziosa

Gli specialisti SID-AMD sollecitano la creazione di team multifunzionali e basi nel territorio

24/07/2022

Diabete, pandemia silenziosa. La qualità dell’assistenza è un nostro fiore all’occhiello ma è il momento di investire sul digitale, promuovere il lavoro in team multifunzionali. Questo uno dei messaggi chiave del 15° Italian Barometer Forum promosso da IBDO Foundation e Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, in collaborazione con l’Università di Roma, Tor Vergata, e con il contributo incondizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Driving Change in Diabetes. Al centro del confronto il documento, già presentato in Senato e al Ministero della Salute, in cui le società scientifiche riassumono una serie di proposte che guardano alla Missione 6 del PNRR.

 

«Il diabete, malattia cronica – ha affermato Agostino Consoli – necessita di sostegno continuo, per questo la Società italiana di diabetologia (SID) e l’Associazione medici diabetologi (AMD) hanno proposto azioni per rafforzare i presidi del territorio. Con un’adeguata assistenza specialistica e infermieristica si può ridurre del 19% la mortalità per tutte le cause legate al diabete. Ogni paziente almeno una volta nella vita – conclude Consoli – avrebbe il diritto di essere assistito in un centro di eccellenza».

 

«L’assistenza diabetologica è il fiore all’occhiello del nostro Sistema Sanitario Nazionale, ma è sempre possibile, e, in seguito all’emergenza da Covid-19 necessario, potenziarla migliorando il rapporto tra l’assistito e il territorio», ha aggiunto Graziano Di Cianni, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi. «Dobbiamo garantire una migliore collaborazione tra strutture diabetologiche e la medicina generale, allo stesso tempo investire nella formazione nel personale e nello sviluppo di servizi di teleconsulti e teleassistenza per facilitare il continuo dialogo medico-paziente ed il confronto tra professionisti».

 

«Stiamo assistendo a una crisi strutturale del  sistema sanitario, legata alla tecnologia obsoleta delle strutture italiane, alle scarse risorse logistiche e agli aspetti organizzativi gestionali con evidenti problemi di accesso ai servizi ma soprattutto di continuità nelle cure per i cittadini», ha rilevato Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «È necessario essere lucidi e capire che la crisi può essere superata solo con un lavoro di squadra attraverso la collaborazione tra scienza e istituzioni e garantire così risposte ai pazienti e alla società».

 

«La salute è stata in prima pagina ed al centro delle attenzioni del nostro paese negli ultimi due anni, e mai come adesso, pur nella gestione della grande emergenza nazionale, sono emerse nettamente le disuguaglianze assistenziali, di presa in carico e di accesso alle cure delle singole Regioni», commenta in conclusione Ketty Vaccaro, vicepresidente IBDO Foundation. «Si è capito che non è stato fatto abbastanza, occorre investire molto di più e meglio per ridurre drasticamente le differenze, perché tutti i cittadini, soprattutto i malati cronici come chi ha il diabete, hanno diritto di ricevere cure e terapie omogenee sul territorio nazionale. È necessario ripensare alla rete specialistica italiana e definire un piano di gestione delle malattie croniche moderno ed efficace».