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Dai semi di grano un aiuto contro le cicatrici

Uno studio italiano ha dimostrato l’efficacia di una combinazione con un antisettico per migliorare tempi di guarigione e risultati estetici

21/05/2023 - di Letizia Cini

È custodito nei semi del grano il segreto per la cura di ferite da innesto cutaneo. «L’estratto rende le cicatrici “quasi invisibili”, elastiche e meno dolorose, riducendo i tempi di attesa per l’esposizione solare», assicura uno studio italiano in corso di pubblicazione su The Plastic, Reconstructive & Regenerative Surgery (PRRS) Journal condotto dall’Unità di chirurgia plastica dell’ospedale di Cattinara (Trieste) con l’Università Federico II di Napoli, e presentato a Milano. I risultati dimostrano infatti che l’estratto del grano, in combinazione con poliesanide, un potente antisettico, è in grado di mobilitare fin da subito, già nella fase dell’infiammazione, i fibroblasti, cellule deputate alla rigenerazione e centro vitale della pelle, poiché da esse dipendono molte caratteristiche soprattutto per l’aspetto estetico, lasciando cicatrici minime, elastiche, poco dolorose e riducendo il rischio di infezioni e i tempi di attesa per l’esposizione al sole.

 

«Il trattamento è in grado di creare un film sulla ferita utile ad evitare la perdita di liquidi e, al contempo ad attirare, proprio come una calamita, fin da subito, cioè già nella fase di infiammazione, le cellule fibroblastiche responsabili del processo di cicatrizzazione», spiega Giovanni Papa, presidente dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee (Aiuc), direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica dell’Ospedale di Cattinara e primo autore dello studio. «Questo consente un avvicinamento dei bordi alla ferita fino a chiuderla del tutto, in modo più rapido e completo, facendo ‘vedere meno’ la cicatrice e rendendola pronta ad essere esposta al sole in tempi più brevi, con minori rischi di sviluppare antiestetiche macchie scure o cicatrici ipertrofiche – evidenzia Papa – . Inoltre, grazie all’aggiunta di poliesanide, un potente antisettico, il trattamento è in grado di contrastare il rischio di infezione, con risparmio dell’uso di antibiotico e altri farmaci».

 

«Si stima che nel nostro Paese siano oltre 2 milioni gli italiani che subiscono lesioni cutanee croniche, come ulcere vascolari, piaghe da decubito, lesioni da piede diabetico, a cui si aggiungono anche le lesioni cutanee derivate da traumi, ustioni o come effetti secondari di interventi chirurgici – sottolinea il professor Papa – . Secondo recenti stime nei prossimi 5 anni il numero delle lesioni aumenterà al ritmo dell’8% all’anno a seguito dell’invecchiamento della popolazione, con costi che incidono sulla sanità pubblica per quasi 1 miliardo di euro annui». L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata sulla ferita del sito di prelievo di tessuto in seguito a ferite causate da traumi, lesioni post-operatorie o ulcere croniche.

 

«Le cicatrici che si sono formate in seguito al trattamento con l’estratto del grano erano quasi invisibili – conclude il presidente dell’Aiuc – : la pelle si presentava liscia ed elastica, simile alla cute circostante. Inoltre, le cicatrici sono risultate meno dolorose e pruriginose per i pazienti. Simili risultati su ferite così difficili sono così sorprendenti che ci spingono a ipotizzare che il trattamento possa essere utilizzato anche in ferite da trauma e collegate a patologie pregresse, in modo da prevenire addirittura l’insorgenza stessa di cicatrici evidenti».