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Covid, influenza, pneumococco: i vaccini nelle persone fragili over 65

La profilassi indicata anche nei pazienti oncologici, immunocompromessi o con deficit respiratori e cardiovascolari. Novità per quanto riguarda Herpes Zoster e Virus Respiratorio Sinciziale

10/12/2023

I vaccini rivestono un ruolo chiave nella prevenzione, soprattutto nelle popolazioni più fragili che sono maggiormente esposte alle infezioni e alle conseguenze gravi delle patologie correlate. È pertanto cruciale proteggere tali categorie attraverso la somministrazione periodica di vaccini contro l’influenza, i vaccini aggiornati contro il Covid-19, il vaccino anti pneumococco, i nuovi vaccini contro l’Herpes Zoster e il Virus Respiratorio Sinciziale. Nei pazienti fragili le complicanze potrebbero essere facilmente prevenute con vaccini. In casi selezionati è indicata la tempestiva somministrazione di anticorpi monoclonali e antivirali, ad esempio contro il Covid-19.

 

Cronicità e deficit immunitario

Andrea Antinori, Direttore della Divisione Immunodeficienze Virali dell’INMI Spallanzani, ricorda che i pazienti fragili appartengono a diverse categorie: il sistema immunitario tende a indebolirsi con l’età, la condizione di fragilità è peraltro correlata, non solo negli anziani, alla presenza di malattie cardiovascolari, patologie polmonari croniche come la BPCO o la fibrosi polmonare, insufficienza renale, epatopatia cronica, diabete, obesità.

 

Negli ultimi anni, ha dichiarato il professor Antinori, si è assistito a un aumento del numero di persone con deficit del sistema immunitario, come pazienti oncologici o oncoematologici, soggetti sottoposti a trapianti o in attesa di trapianto d’organo, persone sottoposte a terapie immunosoppressive o affette da immunodeficienze di varia natura. Sono inclusi anche pazienti con infezione da HIV, in particolare coloro che presentano un deficit immunitario a causa di una diagnosi avanzata e una risposta insufficiente alla terapia, e altre persone affette da malattie croniche.

 

Questo ampio gruppo di persone può trarre beneficio dalla vaccinazione contro Herpes Zoster, Pneumococco, influenza, Virus Respiratorio Sinciziale e dal vaccino contro il SARS-CoV-2. I vaccini sono sicuri ed efficaci: consentono di evitare le manifestazioni più gravi della malattia e in alcuni casi proteggono dall’infezione stessa. È possibile procedere alla co-somministrazione di queste diverse vaccinazioni contemporaneamente alla campagna di vaccinazione contro l’influenza.

 

Virus respiratorio sinciziale

Una novità importante è la disponibilità del primo vaccino per gli adulti contro il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) in Italia. Il RSV è un virus comune che colpisce i polmoni e le vie respiratorie ed è contagioso. Può causare complicazioni nei bambini sotto i due anni e negli anziani e nelle persone con sistema immunitario compromesso.

 

Negli adulti dei Paesi industrializzati, provoca oltre 420.000 ricoveri e 29.000 decessi ogni anno. Finora non erano disponibili né terapie né vaccinazioni per questa patologia, ma ora è stato introdotto in Italia il primo vaccino per gli adulti che mostra un’efficacia straordinaria nei soggetti affetti da patologie concomitanti. Secondo uno studio di riferimento, il vaccino ha dimostrato una riduzione del 94,1% dei casi gravi di malattia da RSV e un’efficacia complessiva del 82,6%.

 

Complicanze da RSV

Secondo Roberto Parrella, Presidente SIMIT, le persone che contraggono il Virus Respiratorio Sinciziale, e sono fragili, sono a rischio elevato di sviluppare malattie gravi a causa del declino dell’immunità legato all’età e delle condizioni sottostanti. Sebbene la maggior parte delle persone guarisca entro una o due settimane, il virus può causare complicazioni gravi nelle persone vulnerabili, come gli anziani e coloro che hanno malattie polmonari o cardiache e diabete.

 

L’RSV può peggiorare condizioni come la BPCO, l’asma e l’insufficienza cardiaca cronica, e può portare a conseguenze gravi, come polmonite, ospedalizzazione e morte. In generale, le persone con patologie pregresse sono a rischio di un aggravamento delle proprie condizioni e di tassi più elevati di ospedalizzazione. Studi recenti negli Stati Uniti hanno evidenziato che ogni anno sono registrati da 60.000 a 120.000 ricoveri legati all’RSV, di cui circa 6.000-8.000 decessi. Questi dati sottolineano l’importanza di uno strumento preventivo come il vaccino.

 

Herpes Zoster

Tra le patologie infettive, l’Herpes Zoster rappresenta una delle principali minacce per il soggetto adulto, specie se avanti negli anni, vista la sua ampia diffusione e i rischi che comporta. L’incidenza è di circa 8 casi per mille abitanti per anno, ma aumenta con l’età, tanto che a 80 anni si ha il 50% di possibilità in più di incorrere in questa patologia.

 

“Il vaccino contro l’Herpes Zoster è prioritario perché questa infezione è presente in oltre il 90% della popolazione – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – La riattivazione del virus è legata proprio all’immunodeficienza legata all’età o alla malattia di base. L’Herpes Zoster comporta una fastidiosa fase acuta e delle sequele, tra cui la più nota è la nevralgia post-erpetica, un dolore che colpisce la zona dove si è manifestata l’infezione e che può persistere anche per mesi. La letteratura scientifica più recente ha evidenziato anche complicanze cardio e cerebro-vascolari”.

 

La varietà e la gravità di queste conseguenze, ha affermato l’illustre infettivologo, inducono a raccomandare fortemente la vaccinazione. Il vaccino ricombinante adiuvato, da poco disponibile, ha dimostrato un rapporto rischio/beneficio nettamente favorevole, oltre che una persistenza d’effetto di 10 anni. Tale vaccino, inoltre, può essere somministrato anche nei pazienti immunocompromessi, che sono più vulnerabili.

 

Il tema delle vaccinazioni nel paziente fragile e l’approfondimento sui nuovi vaccini contro Virus Respiratorio Sinciziale e Herpes Zoster è stato al centro del XXII Congresso nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT che si è tenuto a Firenze. Un focus particolare si è tenuto nella sessione “Bisogni clinici del paziente fragile e immunocompromesso nel contesto attuale: dalla prevenzione alla cura”. Presidenti del Congresso sono stati il Prof. Alessandro Bartoloni, Professore Ordinario Malattie Infettive,Università Firenze; Massimo Antonio Di Pietro, direttore della struttura operativa complessa Malattie infettive 1 dell’Ausl Toscana centro; il Prof. Marco Falcone, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università Pisa; Danilo Tacconi, Responsabile Area Dipartimentale Malattie infettive dall’ASL Toscana Sud Est.