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Tumore al pancreas, individuato nuovo bersaglio terapeutico

La chiave per rallentare la crescita dell'adenocarcinoma arriva da una scoperta italiana, targata San Raffaele e Airc

06/11/2023

Una ricerca tutta italiana mette a segno un importante colpo sotto il fronte della lotta contro il tumore al pancreas. E’ stato infatti identificato un nuovo bersaglio terapeutico per rallentare la progressione di una delle forme più aggressive di adenocarcinoma: gli autori, sostenuti da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Consiglio Europeo della Ricerca e Ministero della Salute, hanno individuato uno dei meccanismi finora sconosciuti responsabili della crescita del tumore. La scoperta è frutto di anni di indagini svolte dal San Raffaele di Milano, dall’Istituto Telethon di terapia genica e dall’Università Vita e Salute. La (buona) notizia è stata rilanciata ieri durante la trasmissione Che Tempo Che Fa, condotta da Fabio Fazio sul Nove.

 

Il significativo traguardo è frutto di una collaborazione internazionale, che ha coinvolto gruppi universitari di Torino e Verona, l’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) di Parigi, il centro ricerche Biopolis di Singapore e l’Università di Shanghai.

 

L’adenocarcinoma duttale, un tumore del pancreas gravato spesso purtroppo da prognosi infausta, si sviluppa in virtù di una sorta di associazione a delinquere che il cancro stringe con un particolare tipo di cellule immunitarie, chiamate macrofagi IL-1beta+. “Si stabilisce una sorta di circolo vizioso”, ha spiegato Renato Ostuni, responsabile del laboratorio di genomica all’Istituto Sr-Tiget, professore associato all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. I macrofagi rendono le cellule tumorali più aggressive, mentre il cancro riprogramma questi macrofagi, che risultano più arrendevoli, complici, in grado di favorire l’infiammazione e la progressione della malattia.

 

Questi macrofagi sarebbero dei bersagli importanti per l’immunoterapia, ma nel caso del tumore al pancreas risulta difficile colpirli. La scoperta del meccanismo di cooperazione potrebbe aprire nuove strade per intervenire sulla malattia. Per trovare il bandolo della matassa è stato necessario ottenere l’identikit molecolare di migliaia di macrofagi prelevati da pazienti affetti da tumore al pancreas per identificare il sottogruppo che rende le cellule tumorali ancora più aggressive.

 

L’obiettivo dei ricercatori è interrompere l’intesa tra macrofagi e cellule tumorali. I macrofagi, cellule del sistema immunitario innato, giocano un ruolo chiave come sentinelle, ma vengono disorientate dall’ambiente che circonda il cancro e finiscono per aiutare la malattia anziché combatterla.

 

“I risultati, seppure ottenuti per ora in laboratorio – affermano Nicoletta Caronni e Francesco Vittoria, tra gli autori principali dell’articolo – sono incoraggianti”. Si rende necessario delineare l’identikit molecolare di migliaia di macrofagi prelevati da pazienti affetti dal tumore del pancreas, in modo da individuare il sottogruppo di macrofagi in grado di rendere le cellule tumorali particolarmente aggressive e fermare il circolo vizioso.

 

È noto, infatti, che i processi infiammatori, come le pancreatiti, possono aumentare il rischio di sviluppare alla lunga il cancro. Identificare le tappe metaboliche di questi processi richiede l’utilizzo di tecnologie sofisticate, un attento lavoro di analisi e una stretta collaborazione tra genetica e bioinformatica.