L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha espresso parere favorevole in merito a due cure contro il Covid. Le molecole sono denominate tecnicamente Ronapreve (casirivimab+imdevimab) e Regkirona (regdanvimab). La commissione tecnico farmaceutica della Ue ha stabilito che si tratta di terapie promettenti nel quadro della lotta Covid-19. Entrambe le soluzioni, a base di anticorpi monoclonali antivirali, sono destinate a essere utilizzate nelle fasi iniziali dell’infezione. “Con l’incremento delle infezioni da Covid-19 in quasi tutti gli Stati membri è rassicurante constatare che molte cure promettenti sono in fase di sviluppo nel quadro della nostra strategia sugli strumenti terapeutici contro la Covid-19. Oggi compiamo un importante passo avanti verso il nostro obiettivo di autorizzare fino a 5 nuove cure nell’UE entro la fine dell’anno”, ha affermato Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare.
Con l’approvazione Ema, la combinazione casirivimab+imdevimab potrà essere utilizzata sia in formulazione endovenosa sia sottocute nei confronti di pazienti positivi al tampone a maggior rischio di progressione verso forme severe di malattia (per questi pazienti, l’utilizzo di casirivimab e imdevimab riduce di oltre il 70% il rischio di ospedalizzazione o decesso). La stessa combinazione ha ottenuto un riconoscimento come profilassi, in quanto riduce di oltre l’80% il rischio di sviluppare Covid-19 sintomatico nei soggetti non infetti.
Altri antivirali facili da gestire sono ormai pronti al lancio a livello internazionale, è il caso della nuova terapia messa a punto da GSK. La somministrazione intramuscolare dell’anticorpo monoclonale sotrovimab per il trattamento precoce del Covid da lieve a moderato in adulti e adolescenti ad alto rischio, non ospedalizzati, di età pari o superiore a 12 anni, ha dimostrato infatti un’efficacia simile alla somministrazione endovenosa. Lo hanno annunciato GlaxoSmithKline e Vir Biotechnology presentando i dati di fase III COMET-TAIL. La sperimentazione ha arruolato partecipanti durante l’ondata di variante Delta negli Stati Uniti Lo studio – spiega una nota – è stato progettato per valutare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di sotrovimab somministrato per via intramuscolare rispetto alla somministrazione endovenosa in pazienti ad alto rischio fino a sette giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. Le aziende prevedono di portare avanti le richieste di regolamentazione a livello globale, comprese le discussioni in corso con la Fda sull’autorizzazione all’uso di emergenza esistente per sotrovimab.
Con l’arrivo dell’estate migliaia di italiani saranno in partenza per le più varie destinazioni, ovviamente…
L’obesità infantile è una problematica che sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti in Italia, con…
Uno studio statunitense ha aperto la strada a un cambiamento nelle raccomandazioni relative alla colonscopia,…
Il mal di schiena è un problema che affligge tantissime persone in tutto il mondo,…
Una particolare tipologia di grasso superfluo sedimentato nei tessuti del corpo umano, e nello spessore…
Nel giardino dell’esperienza umana i profumi giocano un ruolo di silenziosi narratori, capaci come sono…