Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma Pride 2023, Rocca: "Ridaremo il patrocinio se ci chiedono scusa"

Il presidente della Regione, si dice pronto a un nuovo dietrofront, mentre conferma la posizione: “Non posso concedere il patrocinio di una Regione che io rappresento, un'intera comunità di cittadini, ad una pratica che è reato". Gualtieri: “Roma c’è, sarò in piazza”

Tolto il patrocinio della Regione Lazio, al Pride di Roma edizione 2023

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Roma, 6 giugno 2023 – La Regione Lazio è pronta ad un nuovo dietrofront e a ridare il patrocinio al Pride se Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride se chiederà scusa: "Colamarino, ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, "chiedesse scusa pubblicamente rispetto a questa manipolazione della concessione e immediatamente sono pronto a ridare il patrocinio. Ma chiedesse scusa della sua dichiarazione manipolativa del nostro patrocinio, le cui condizioni erano chiare. Quindi se ritira immediatamente la parte dell'utero in affitto, immediatamente ci sarà nuovamente il patrocinio della Regione Lazio".

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"Ci possono essere dei malintesi, ma il primo passo deve arrivare dagli organizzatori - ha sottolineato il presidente -. Non c'è spazio alla mediazione sull'utero in affitto che è fuori discussione. Quando si parla di libertà di amare, di libertà di essere e di un dialogo importante che deve essere fatto in questo Paese sui diritti civili e sul rispetto della dignità delle persone, nessuno si tira indietro - ha ribadito -. Ma sull'utero in affitto la Corte di Cassazione, Corte Costituzionale e le più importanti organizzazioni sui diritti umani si sono espresse: è una mercificazione del corpo della donna. Non posso concedere il patrocinio di una Regione che io rappresento, un'intera comunità di cittadini, ad una pratica che è reato".

“Non chiederemo scusa”

La risposta di Colamarino non si fa attendere: "Non chiederemo scusa a Rocca, perché non abbiamo manipolato proprio nulla... semplicemente, si sono resi conto troppo tardi di cosa sia un Pride, che tipo di rivendicazioni comporta, e adesso dopo essere stati redarguiti dai Pro Vita, hanno ritirato il patrocinio. Dovrebbe essere il centrodestra a scusarsi con la nostra comunità che continuamente attacca le famiglie arcobaleno e blocca tante iniziative" a favore dei diritti Lgbt+. 

La provocazione

"Il Pride dovrebbe essere una festa per tutti, l'occasione per un dialogo sui diritti civili, e non avere una connotazione ideologica. Non potevo dare il patrocinio a chi rivendica una condotta (l'utero in affitto) che è considerata reato nel nostro Paese", tirava dritto questa mattina in una intervista a Non Stop News, su RTL 102.5 il presidente Rocca a proposito della retromarcia improvvisa della Regione di revocare il patrocinio al Pride di Roma "Ieri nel primo pomeriggio - ha spiegato Rocca alla radio  - ho letto un'agenzia di Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, che accostava il mio patrocinio all'utero in affitto. Questo è quanto di più distante ci sia dalla mia sensibilità. Nella concessione del patrocino, peraltro, c'era chiaramente scritto e indicato di evitare comportamenti che potessero ledere la sensibilità altrui. L'utero in affitto significa sfruttamento delle donne più povere, del corpo della donna. Io sono profondamente contrario. Si tratta di un reato nel nostro Paese. È un'occasione persa, perché il patrocinio era stato dato in perfetta buona fede".

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"La provocazione del Circolo Mario Mieli - prosegue il presidente del Lazio - è inutile e dimostra quanto siano politicizzati. La Regione non dà il patrocinio al Pd o a FdI: insomma, non dà il patrocinio a eventi politicizzati".

All'ultimo Pride per le strade di Roma, ad aprire il corteo erano stati il sindaco Roberto Gualtieri e l'allora governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Fu un errore? "Non ricordo se in quel caso ci fosse la rivendicazione dell'utero in affitto - dice il governatore -. A mio avviso è stato un errore, se le tematiche erano come queste, anche perché quando si parla di utero in affitto si parla di un tema che riguarda coppie eterosessuali in 7 casi su 10. Se c'è il tema della lotta alla discriminazione e allo stigma, invece, ben venga. Ma qui le cose sono diverse"

Il sindaco Gualtieri: “Sarò in piazza”

Non retrocede il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri che ha confermato la sua partecipazione all’edizione 2023 del Pride romano. "Il Pride è una manifestazione importante per la comunità Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo sabato sarò in piazza per il Pride", il tweet ieri sera del sindaco è una chiara risposta alle disposizioni della regione Lazio che taglio il patrocinio alla kermesse in programma sabato 10 giugno nella capitale.

Amnesty accanto alla comunità Lgbtqia+

Anche Amnesty International Italia parteciperà al Pride di sabato 10 giugno a Roma accanto alla comunità Lgbtqia+ . L'organizzazione per i diritti umani ha commentato negativamente la decisione della Regione Lazio di ritirare il patrocinio precedentemente concesso. "I Pride si svolgono e hanno successo - afferma Martina Chichi di Amnesty International Italia - a prescindere dai patrocini istituzionali. Nondimeno, l'appoggio delle istituzioni è importante. È del tutto normale e, anzi, è una loro caratteristica, che i Pride raccolgano richieste non necessariamente allineate tra loro. Ritirare un patrocinio perché non si è d'accordo su una o su un'altra di queste ha una ripercussione politica evidente su tutte le altre".

Cgil: "Rocca perde un’occasione"

Tante le voci contro la decisione della Regione Lazio, tra queste quella della Cgil. "Una scelta sbagliata. Il presidente Rocca ha perso l'occasione di essere il presidente di tutte le cittadine e i cittadini di questa regione”. Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio. “Questa marcia indietro - prosegue la nota - ci preoccupa, sia perché si tratta di un arretramento rispetto a un società più equa e che rispetti le differenze e pratichi il contrasto a ogni forma di discriminazione; sia perché le motivazioni fornite dalla giunta regionale sembrano rispondere a posizioni reazionarie con una deriva pericolosa per i diritti civili".

Il sindacato ricorda che "il Pride è nato per affermare e conquistare diritti per le persone LGBTQIA+, per garantire la piena autodeterminazione delle persone e superare le disuguaglianze. Tutti obiettivi che per essere raggiunti hanno bisogno sia di processi culturali che di interventi normativi al passo con la società che cambia ed evolve. Sabato 10 giugno, saremo al Roma Pride ancora più convintamente"