Giovedì 25 Aprile 2024

Il patto della Leopolda. Schlein abbraccia la Cgil: "Voglio sanare le ferite". Il Pd in piazza con Landini

La segretaria dem a Firenze aggancia il treno della mobilitazione sindacale Il segretario della Cisl Sbarra diffidente: "Nessun politico sul nostro palco" Conte si smarca. E Salvini convoca ’la Triplice’ la prossima settimana

Landini e Schlein

Landini e Schlein

Roma, 4 maggio 2023 – Il triangolo no, non l’avevano considerato. E tuttavia, volenti o nolenti, è un fatto che ci sia. Il primo angolo ha le fattezze cromaticamente armonizzate di Elly Schlein e al Pd certo non sfugge quanto fondamentale sia ora il rapporto con i sindacati, il secondo ’angolo’, insomma quel Maurizio Landini con cui spesso in questi primi mesi al comando ha fatto ’comunella’. Non solo per accreditarsi presso l’elettorato di sinistra, ma anche per mettere fuori gioco il competitor Conte. Inutile aggiungere che il terzo angolo è lui.

La segretaria democratica è approdata ieri a Firenze al convegno della Filcams-Cgil organizzato alla stazione Leopolda, cuore del renzismo, "per bonificarla", ridono i promotori. "È la prima volta che vengo qui", spiega Elly rilanciando il feeling con Landini, con cui ha avuto l’ennesimo faccia a faccia: "Sarà mia cura cercare di ricostruire con umiltà una relazione basata sull’ascolto e sul riconoscimento degli errori fatti negli anni precedenti". Di qui, alla mobilitazione comune contro il decreto Lavoro, detestato tanto da lei ("il governo sani piaghe strutturali") quanto dall’ospite, il passo è breve: "Noi saremo in piazza con voi", assicura a Landini, che giura: "Le piazze sono aperte". E siccome Elly sa che il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, morde il freno ("nessun politico sul palco",) mette in chiaro: "Ci saremo nel rispetto dei reciproci ruoli e autonomia". Autonomia che permette a Sbarra di applaudire Matteo Salvini e il suo invito alla ’Triplice’ ad un confronto al ministero delle Infrastrutture la prossima settimana per discutere di opere pubbliche, cantieri e sicurezza sul lavoro.

Messa così , con un Pd figliol prodigo tornato a capo più o meno chino dalla classe operaia sotto l’egida del ’patto della Leopolda’ sembrerebbe non esserci partita. Le cose però sono più complicate perché interrogando gli esponenti di punta del Nazareno sia riformisti che schleiniani emerge che, pur con toni diversi, concordano su un punto: "Landini con Letta alla segreteria non era l’interlocutore principale, ma ora non si deve parlare di rapporto privilegiato. La Cgil non è la cinghia di trasmissione del partito".

Insomma, la segretaria se la sta giocando bene, ma certo deve smussare qualcosa: termovalorizzatori, Ucraina e, tra le righe, anche un’eccessiva esposizione verso il sindacato sarebbe presa decisamente male. Tanto più che i centristi guidati da Matteo Renzi non mancheranno di bombardare il Pd. Il Riformista diretto dal senatore di Rignano è in edicola quasi solo per quello. È in questa contraddizione che il terzo incomodo, Giuseppe Conte, mira a incunearsi invocando una manifestazione di massa a giugno. Ingaggia una sfida con Schlein difficile da vincere senza l’asse con i sindacati, in particolare la Cgil, al momento esile. Separare una coppia storica come gli eredi del Pci e il sindacato, nonostante di acqua sotto i ponti da allora ne sia passata molta, può sembrare non facile. Ma con i riformisti e le timidezze della segretaria di mezzo non si può mai dire.