Mercoledì 2 Ottobre 2024
DAVID ALLEGRANTI
Politica

I duellanti: il sindaco, la manager e il testa a testa infinito

Truzzu tradito dalla sua Cagliari, la 5 stelle vince nelle Ztl

Paolo Truzzu, 51 anni, sindaco di Cagliari

Paolo Truzzu, 51 anni, sindaco di Cagliari

Roma, 27 febbraio 2024 – La giornata politica più lunga di Alessandra Todde e Paolo Truzzu, duellanti alle elezioni regionali sarde, inizia alle 7 di mattina con il lentissimo, inesauribile spoglio durato fino a sera. Una giornata campale per le coalizioni e i candidati, in attesa di risultati che non sembravano mai arrivare. Un duello così serrato e ravvicinato che per tutta la giornata Todde e Truzzu si sono alternati; prima sembrava che potesse vincere Truzzu, poi lo spoglio del voto delle città ha riportato in alto Todde, rispecchiando perfettamente l’adagio secondo cui i progressisti vanno forte nella ztl.

“Questi ritardi della Regione non sono solo un problema tecnico, qua c’è un problema di informazione e mancanza di rispetto per gli elettori che aspettano i risultati", ha sbottato, a sera, lo staff di Todde. Finché, a un certo punto, Elly Schlein e Giuseppe Conte non sono partiti alla volta di Cagliari, nella speranza di essere davvero in vantaggio. Ma l’incertezza del risultato, fino all’ultimo, è una testimonianza delle difficoltà riscontrate dalla coalizione di destra-centro nelle urne, che avrebbe potuto fare molto meglio seguendo una strategia diversa.

Sopratutto, è una testimonianza delle difficoltà di Truzzu, candidato imposto da Giorgia Meloni al posto di Christian Solinas, presidente sardo leghista uscente. Il sindaco di Cagliari, forse per la cinica contentezza di Matteo Salvini, è andato molto male nella sua città, in linea peraltro con il sondaggio Governance Poll pubblicato sul Sole 24 Ore nel luglio 2023: Truzzu era risultato il sindaco meno amato della Sardegna, 85 esimo in classifica con un gradimento del 7,1 per cento inferiore rispetto al giorno della sua elezione (50,1 per cento nel 2019, 43 per cento nel 2023). In più, sembra aver pesato il voto disgiunto, a vantaggio di Todde, che ha preso più voti come candidata della somma delle sue liste. A dimostrazione del fatto che forse era vera o quantomeno verosimile la minaccia fatta trapelare dai leghisti nei giorni precedenti il voto sulla imminente vendetta, nelle urne, per la mancata conferma di Solinas.

L’appello resistenziale di Todde dei giorni scorsi, che ha invocato una ribellione contro "i fascisti" al governo di cui la Sardegna dovrebbe essere capofila, non pare aver fatto fare un exploit al M5S, ma ha connotato il profilo della sua campagna elettorale. Anche in chiave nazionale, visto che le elezioni sarde avevano assunto, fin da subito, un significato politico pure a Roma, dove si gioca la partita fra Fratelli d’Italia e Lega. Che proseguirà fino alle elezioni europee, ma intanto ci sono ancora le elezioni in Abruzzo, a breve. In più c’è da decidere che cosa fare in Basilicata. Salvini sembra avere intenzioni piuttosto bellicose, dopo aver perso la candidatura di Solinas e la sfida sul terzo mandato.