Giovedì 6 Febbraio 2025
GIOVANNI BOGANI
Politica

"Nel mio documentario le tragedie di un secolo"

"Nel Giorno della memoria stiamo girando un film su un ebreo, che è stato anche un italiano, e anche l’erede...

"Nel Giorno della memoria stiamo girando un film su un ebreo, che è stato anche un italiano, e anche l’erede...

"Nel Giorno della memoria stiamo girando un film su un ebreo, che è stato anche un italiano, e anche l’erede...

"Nel Giorno della memoria stiamo girando un film su un ebreo, che è stato anche un italiano, e anche l’erede del pensiero greco. E nella cui storia personale si rispecchia la storia dell’Europa del Novecento", dice Massimiliano Finazzer Flory. Il film al quale l’attore, regista e poeta sta lavorando è un documentario su Carlo Michelstaedter che si chiamerà "Nel tuo occhio". Poeta, pittore, filosofo, discepolo di Schopenhauer e di Nietzsche, Michelstaedter proveniva da una famiglia di ebrei ashkenaziti di Gorizia, città dove la presenza ebraica si era consolidata già a partire dal Cinquecento. "Michelstaedter non fu soltanto un grande filosofo e letterato, morto troppo presto. La sua famiglia conobbe anche l’atrocità dei campi di sterminio", dice Finazzer Flory. "Trentatré anni dopo la morte di Carlo, la madre Emma Coen Luzzato e la sorella Elda furono deportate ad Auschwitz, nel convoglio n.21 T del 7 dicembre 1943. Non tornarono più. La storia personale e tragica di Carlo si unisce alla storia altrettanto tragica della sua famiglia".

Come nasce il progetto del film? "È il frutto di un progetto congiunto fra Regione Friuli Venezia Giulia e Raicinema, in collaborazione con la Farnesina. Stiamo girando in questi giorni fra il castello di Gorizia, palazzo Coronini Cronberg, il fiume Isonzo, l’isola della Cona, il cimitero ebraico ‘Gerusalemme sull’Isonzo’ e la sinagoga".

Cosa racconta il film? "La storia di una vita che si concluse a soli 23 anni, tragicamente. È la storia di un ebreo. Di un italiano. Di un mitteleuropeo, che si tolse la vita nel 1910 a 23 anni. La storia di un giovane uomo e della sua cultura del dubbio. È un film contro ogni scuola che parli in nome dell’assoluta verità".

Perché si tolse la vita? "Io credo che avesse capito il macello che stava per venire, la carneficina della Prima guerra mondiale. La sua sensibilità era talmente acuta da capire che l’Europa era attratta, in quel periodo, dalla morte e non dalla vita".

Nel documentario ha coinvolto molti protagonisti della cultura... "Sì, sono riuscito a coinvolgere protagonisti eccezionali della nostra cultura: da Massimo Cacciari a Vittorio Sgarbi, da Marcello Veneziani a Sergio Campailla, il più importante studioso di Michelstaedter".

Per sé si è ritagliato un ruolo? "Sono la voce narrante. Ma preferisco far parlare gli altri, quelli che hanno esplorato la vicenda di questo giovane filosofo che ha lottato contro la retorica. Mi sono emozionato, l’altro giorno, ascoltando le parole che ci ha regalato Massimo Cacciari".

Il film quando sarà presentato? "Avrà un’anteprima a maggio, al Salone del libro di Torino, per poi essere presentato a Gorizia in occasione della 44° edizione del premio ‘Sergio Amidei’, nel luglio prossimo". Fra pochi giorni Gorizia sarà protagonista di un evento storico. "Sì. Sarà eletta capitale europea della cultura. Anzi, sarà eletta capitale della cultura insieme ad un’altra città: Nova Gorica".