Mercoledì 2 Ottobre 2024

"La Lega difende le forze di polizia: tensioni nelle manifestazioni colpa degli infiltrati?"

Il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni difende le forze di polizia, sottolineando il ruolo fondamentale nel garantire il diritto di manifestare. Critica infiltrati nelle proteste e respinge l'idea di identificare agenti con numeri sui caschi.

Due momenti della manifestazione di ieri degli studenti sotto al Viminale

Onorevole Nicola Molteni sottosegretario agli Interni, condivide il messaggio del Capo dello stato e la posizione del ministro Piantedosi che pur difendendo le forze di polizia si è detto ombreggiato da certe immagini e ha chiesto una relazione sulla gestione delle manifestazioni? O la Lega è, a prescindere, schierata con le forze dell’ordine?

"Io dico che criminalizzare le forze di polizia non va bene. Sono un fondamentale baluardo di democrazia. In Italia il diritto a manifestare e a dissentire è sacrosanto e garantito. E il nostro, a differenza di altri governi europei, non ha vietato neanche una manifestazione. Se il diritto a manifestare a a dissentire è garantito è anche grazie alle forze di polizia, che non sono tra le migliori ma le migliori al mondo. Noi quest’anno abbiamo avuto circa 2500 manifestazioni, quelle dove ci sono stati problemi di ordine pubblico sono meno dell’1,5%. Cosa vuol dire? Che la capacità, la competenza, la preparazione e l’equilibrio delle forze di polizia ha consentito che non ci fossero problemi se non in casi molto rari".

Quindi, secondo questo ragionamento, qualora ci sono tensioni e scontri è colpa dei manifestanti?

"Spesso anche in manifestazioni pacifiche ci sono infiltrati: centri sociali, antagonisti anarchici. Gente che vuole trasformare la manifestazioni in vere e proprie guerriglie. Nel 2023 abbiamo avuto 2.700 agenti oggetto di aggressioni, atti di violenza fisica o aggressioni verbali: intimidazioni, minacce, ingiurie. Io sto dalla parte delle forze di polizia. Poi ho il massimo rispetto ovviamente per le parole del Capo dello Stato e per il ministro Piantedosi che è un grande ministro dell’Interno: becere sono state le richieste di dimissioni che vengono dalla sinistra".

Le regole di gestione dell’ordine pubblico, o almeno la loro applicazione, non sono cambiate con il governo Meloni?

"Assolutamente no. Io sono stato sottosegretario con tre ministri diversi e con tre governi diversi. La sinistra che oggi si lamenta di Piantedosi, dov’era quando il ministro dell’Interno era Luciana Lamorgese? Qualcuno dimentica l’assalto alla Cgil, per il quale la polizia fu accusata dalla sinistra di non essere intervenuta? Ora che è intervenuta per difendere la sinagoga e il consolato americano non va più bene? La sinistra usa due pesi e due misure, la invito a non soffiare sul fuoco".

E che dice della richiesta di identificare con un numero sul casco gli agenti dei reparti mobili impegnati nell’ordine pubblico?

"Che è un tentativo per schedare la polizia e che con noi al governo non passerà mai. I poliziotti non vanno schedati ma messi nella condizioni di fare bene il loro mestiere".

A. Farr.