Elezioni 2018, i programmi dei partiti sull'immigrazione. Il fact checking

Analizziamo le principali promesse delle forze in campo e la loro reale fattibilità Testi a cura di ALESSANDRO FARRUGGIA I programmi dei partiti sul lavoro. Il fact checking

Migranti, sbarco a Catania (Afp)

Migranti, sbarco a Catania (Afp)

Roma, 2 febbraio 2018 - In vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, analizziamo i programmi elettorali delle forze in campo, abbinando alle promesse il fact checking sulla loro fattibilità. Dopo il tema del lavoro, passiamo a quello dell'immigrazione

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I PROGRAMMI ELETTORALI. IMMIGRAZIONE / Il fact checking

Testi a cura di ALESSANDRO FARRUGGIA

 

Pd, il simbolo elettorale (Frascatore)
Pd, il simbolo elettorale (Frascatore)

PD - • Il programma Pd propone di «controllare le frontiere, combattere i trafficanti di persone, salvare vite umane in mare e accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni». Chiede la revisione del regolamento di Dublino, con redistribuzione dei richiedenti asilo in tutti i Paesi Ue .  • Corridoi umanitari solo in casi eccezionali, potenziamento degli accessi regolari con il sistema delle quote. Più aiuti allo sviluppo e accordi bilaterali tra Stati per la riammissione. Miglioramento del sistema di accoglienza per richiedenti asilo. Sì allo Ius soli 

FACT CHECKING - Il programma Pd in materia di immigrazione non è altro che la prosecuzione della linea Minniti: accordi con gli Stati di transito per fermare il flusso, più controllo sulle Ong, accoglienza degli aventi diritto. Dotando di risorse i Paesi di transito e inviando contingenti militari, si spera di bloccare i migranti prima che arrivino da noi. La strategia ha già prodotto un drastico calo degli arrivi, ma dipende dagli equilibri instabili di Paesi come la Libia. Poco o nulla per ridurre la percezione di insicurezza in Italia

Forza Italia, il simbolo elettorale (Dire)
Forza Italia, il simbolo elettorale (Dire)

FORZA ITALIA -  • Forza Italia chiede un intervento internazionale che blocchi l’immigrazione dalla Libia tramite «un accordo internazionale con i libici per la creazione di campi profughi e il blocco delle imbarcazioni che portano immigrati». Sì ai respingimenti assistiti • Serve «un piano Marshall con i Paesi di emigrazione per scongiurare le partenze». Vanno firmati trattati per «riportare nei Paesi di provenienza i 466mila migranti clandestini oggi in Italia». No Ius soli

FACT CHECKING  - La linea di FI è basata sulla linea che Berlusconi attuò al governo. E quindi stretta sull’immigrazione illegale (legge Bossi-Fini), respingimenti e accordi con i Paesi di provenienza, Libia in primis (l’accordo ai tempi di Gheddafi) integrati da un ‘piano Marshall’. Non ci sono misure innovative, ma una stretta generale; l’accento sulla sicurezza in Italia risponde a una domanda che viene dal territorio. Difficile sarà attuarlo senza deludere

Lega, il simbolo elettorale (Dire)
Lega, il simbolo elettorale (Dire)

LEGA - •  La linea è ‘aiutarli a casa loro’ con più cooperazione con l’Africa così da eliminare le cause economiche delle migrazioni. Per fermare chi vuol venire la priorità sarà ripristinare i controlli ai confini e di arginare l’afflusso in mare «tramite la pratica dei respingimenti umanitari» • Per quanto riguarda la gestione in Italia, vengono previsti il respingimento dei migranti irregolari e un «severo controllo del territorio», oltre a «una rete di monitoraggio della gestione dei richiedenti asilo distribuiti sui territori». No netto allo Ius soli

FACT CHECKING - Il programma della Lega ruota attorno a una stretta sulle operazioni di soccorso, con ‘respingimenti umanitari’ e ritorno forzato nei Paesi di provenienza per chi è in Italia illegalmente. Accento su accordi con i Paesi di provenienza per «aiutarli a casa loro» oltre a più controlli sull’accoglienza e più sicurezza. I ‘respingimenti umanitari’ sono già stati condannati dalla Corte europea per i diritti dell’uomo e il ritorno forzato per quasi 500mila persone è difficilmente attuabile e ha costi molto alti.

M5S, il simbolo elettorale (Imagoeconomica)
M5S, il simbolo elettorale (Imagoeconomica)

MOVIMENTO 5 STELLE -  • Ponendosi l’obiettivo ‘sbarchi zero’, M5S vuole non tanto blindare le frontiere ma «rimuovere le cause che costringono a emigrare». In pratica, un embargo alla vendita di armi ai Paesi in guerra, la fine dello sfruttamento, una vera cooperazione allo sviluppo  • Il piano: «vie legali e sicure di accesso all’Ue», esame più rapido delle richieste di asilo e la modifica dei regolamenti di Dublino con il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo arrivati in Italia. 

FACT CHECKING - Il M5S, duro con Ong e gestione dell’accoglienza, punta su una revisione degli accordi di Dublino per ottenere una redistribuzione non solo dei richiedenti asilo (proposta già in discussione) ma anche dei migranti economici. Certe le barricate da parte dell’Europa, che a malapena tollererà la redistribuzione dei richiedenti asilo. Più aiuti allo sviluppo è misura condivisa da tutti. La ‘fine dello sfruttamento’ è enunciazione tanto giusta quanto retorica e soprattutto generica. 

Liberi e uguali, il simbolo elettorale (Dire)
Liberi e uguali, il simbolo elettorale (Dire)

LIBERI E UGUALI -  • Leu vuole l’abolizione della Bossi-Fini, l’introduzione di permessi di ricerca lavoro e meccanismi di ingresso regolari e chiede la creazione di un unico sistema di asilo europeo che superi il criterio del Paese di primo accesso e comprenda «canali umanitari e missioni di salvataggio».  • Si chiede la creazione di un sistema di accoglienza «rigoroso, diffuso e integrato», superando la gestione straordinaria «che troppi scandali e distorsioni ha generato». Lo Ius soli è considerato «un riconoscimento doveroso a chi nei fatti è già italiano»

FACT CHECKING - La linea di LeU in materia di migrazioni è una linea classica ‘di sinistra’. E quindi salvataggi in mare, supporto alle Ong, accoglienza, asilo a chi fugge da guerre e carestie, canali umanitari. Come oggi, ma teoricamente meglio di oggi, con conseguente mantenimento, o aumento, dei numeri attuali di arrivi. Il sistema unico di asilo europeo non è e non sarà in discussione a Bruxelles, a differenza della redistribuzione dei richiedenti asilo.