Lunedì 29 Aprile 2024

Dopo il diktat del governo. L’Alfa cambia nome al suv prodotto in Polonia: "Milano diventa Junior"

La decisione segue le fibrillazioni tra l’esecutivo e il gruppo automobilistico. Il ministro Urso contestava la scelta per una vettura realizzata all’estero. Il ceo del gruppo: non eravamo obbligati, vogliano creare un clima sereno.

Dopo il diktat del governo. L’Alfa cambia nome  al suv prodotto in Polonia: "Milano diventa Junior"

Dopo il diktat del governo. L’Alfa cambia nome al suv prodotto in Polonia: "Milano diventa Junior"

È una decisione senza precedenti: il cambio in corsa del nome di un’auto è un inedito che ha del clamoroso. Ed è anche più clamoroso che la scelta arrivi per una polemica politica con il ministro Adolfo Urso e con la stessa premier Giorgia Meloni. Eppure, è quanto è accaduto all’Alfa Romeo Milano, il nuovo suv dello storico marchio del gruppo Stellantis prodotto in Polonia, che non si chiamerà più Milano ma Junior.

Un gesto che Jean-Philippe Imparato, ad del brand del Biscione, spiega come una scelta "per calmare gli animi", perché, "pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità più rilevanti del nome di una nuova auto, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell’ottica di promuovere un clima di serenità e distensione". Arriva infatti a stretto giro il plauso e "la grande soddisfazione" di Palazzo Chigi e del Ministro del Made in Italy.

Ma facciamo un passo indietro, per andare all’origine della querelle. Ebbene, qualche giorno fa Urso ha accusato di fatto il Gruppo Stellantis di utilizzare impropriamente un nome italiano per un’auto prodotta in Polonia: "Un’auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l’Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore". E, dunque, si tratterebbe di "indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Un’auto chiamata Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana".

Sulla stessa linea la premier. Ma, dopo una settimana o poco meno di trattative, la multinazionale ha ceduto, anche se con la puntualizzazione che non ci fosse nessun obbligo perché nessuna legge era stata violata. "Siamo sicuri – spiega il ceo Imparato -– che questo potrà calmare gli animi di tutti e riteniamo che il nome Milano non sia fuorviante né, tantomeno, fuorilegge".

La decisione di chiamare Milano l’auto è stata presa il 13 dicembre e il ministero ne era al corrente: "Nessuno ci ha detto nulla, le polemiche sono nate il giorno dopo la presentazione. Molto strano". E, con una nota ugualmente polemica, facendo trasmettere il video con l’intervista di Urso, il manager incalza: "In una delle settimane più importanti per il futuro di Alfa Romeo, un esponente del governo italiano dice che l’utilizzo del nome Milano, scelto dal marchio per chiamare la nuova compatta sportiva, è vietato per legge.

Il nome Milano, tra i favoriti del pubblico, era stato scelto per rendere tributo alla città dove tutto ebbe origine nel 1910". Certo è che a Palazzo Chigi si canta vittoria: c’è granfe soddisfazione per la decisione di Alfa Romeo, "dopo una interlocuzione" con Stellantis "nella quale il governo ha fatto notare come queste pratiche alla fine rischiano di danneggiare la produzione sul territorio italiano". Altrettanto netto Urso: "Una buona notizia, che giunge nella giornata del Made in Italy che esalta il lavoro, l’impresa, la tipicità e la peculiarità del prodotto italiano che tutti ci invidiano".

Caso chiuso, dunque, anche legalmente: "Andiamo a lavorare", avvisa il ceo, che fa sapere come sia stato informato anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Junior era il secondo nome preferito dal pubblico. "Siamo perfettamente consapevoli – insiste Imparato - che questo episodio rimarrà inciso nella storia del marchio. È una grande responsabilità ma decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo. L’attenzione riservata alla nostra nuova compatta sportiva è qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore". A ogni buon conto, Alfa Romeo produrrà a Cassino la nuova Stelvio nel 2025 e la nuova Giulia nel 2026. "Per i modelli del 2027 non abbiamo ancora deciso", chiude il ceo.