Mercoledì 24 Aprile 2024

La partita di Bruxelles. Meloni: "Soddisfatti". Ma dagli sbarchi al Mes, scelte rimandate

Nessuna conferenza stampa sull’esito del Consiglio europeo. La premier: lavoriamo ai risultati. E sui migranti rivendica un "cambio di passo". E-fuel contro biocarburanti, la sfida è ancora aperta

È stato un Consiglio interlocutorio. Non a caso è saltata la consueta conferenza stampa istituzionale del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e della presidente Commissione Ursula Von der Leyen: bastava quella di giovedì notte. L’Italia ha ribadito la chiusura sulla ratifica del Mes, lavorato per la flessibilità del Pnrr e il sostegno alla competitività, chiesto con forza che sia garantita dopo il 2035 l’immatricolazione delle auto che usano biocarburanti, premuto per una svolta sui migranti (tema che sarà trattato a giugno e nelle conclusioni è relegato alla voce Altri punti).

Di decisioni su questi temi, come atteso, zero, ma la premier è positiva. "L’Italia – sostiene – può dirsi molto soddisfatta, sul tema migratorio c’è stato un cambio di passo impresso nello scorso Consiglio ma adesso la migrazione rimane una priorità degli obiettivi dell’Ue. Lavoriamo alla concretezza dei risultati che mi sembrano buoni e dimostrano la buona fede nell’affrontare questa materia". Meloni vede il bicchiere mezzo pieno anche perché, dopo le molte tempeste dei mesi precedenti, è andato anche meglio del previsto l’incontro con il presidente francese Macron, dove ha registrati sintonie su migranti e nucleare.

Ratifica del Mes? No, unione bancaria

L’Unione europea ha fatto sentire la pressione sull’Italia per la ratifica del Mes , con il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe che chiede ancora una volta di "andare avanti". ma Giorgia Meloni non ha cambiato idea: per la presidente del Consiglio la ratifica è la fine e non l’inizio di un percorso. "Credo – ha ribadito – che la materia non vada discussa a monte ma vada discussa a valle e nel contesto nel quale opera. La ‘rete di sicurezza’ del Mes è una sorta di Cassazione. L’Unione bancaria sono il primo e il secondo grado, con "strumenti più efficaci". La sua tesi che prima occorre discutere della governance europea, dell’unione bancaria e solo dopo del Mes, considerato uno strumento non adeguato, potenzialmente dannoso.

Migranti, il tema è rimandato

L’Uea continua a lavorare sulla sulla “dimensione esterna“ del fenomeno migratorio, cioè come fare accordi con i paesi d’origine per bloccare le partenze. In questo senso vanno la missione tunisina del commissario Gentiloni e quella italo-francese a Tunisi, con la Commissaria Ylva Johansson e i ministri titolari dell’Interno Matteo Piantedosi e Gerald Darmanin. Ma il patto per le migrazione presentato tre anni fa resta nel cassetto e così la riforma dell’asilo o l’ipotesi di una missione europea di soccorso. La tesi del governo italiano è che sul tema c’è comunque un clima nuovo. "Sulla materia migratoria – dice Meloni – c’è il richiamo nelle conclusioni, che dimostrano che c’è stato un cambio di passo e il fatto che oggi la migrazione rimane una priorità nei grandi obiettivi dell’UE con il passaggio che viene richiamato sull’implementazione degli obiettivi approvati a febbraio e una verifica dell’implementazione nel prossimo Consiglio di giugno".

Auto e biocarburanti, la partita non è chiusa

Il cancelliere tedesco Scholz ha chiesto che le auto che usano i carburanti sintetici (e-fuel) siano immatricolabili anche dopo il 2035 e ha avuto una promessa dalla Commissione, che ha invece respinto l’ipotesi, con il vicepresidente Timmermans (oltre che la presidente dell’Eurparlamento, Metsola), di fare lo stesso con i biocarburanti, come richiesto dall’Italia. Ma per Meloni "la partita sui biocarburanti non è affatto persa, intanto è vinta la partita sulla neutralità tecnologica, che è la condizione per riconoscere i biocarburanti. Mi sembra che il principio sia: fermo restando i target, che noi siamo pronti a centrare, poi quali siano le tecnologia da usare non deve essere un dogma che deve essere imposto".

Nucleare, Italia con la Francia

La Francia, a differenza delle Germania e della Commissione Ue, vuole che Bruxelles inserisca l’atomo tra le tecnologie utilizzabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e le consenta di accedere ai sussidi europei. E Macron ha incassato il placet di Giorgia Meloni. "Indipendentemente da quella che può essere poi la scelta italiana in tema di nucleare – ha detto – se le altre nazioni vogliono utilizzare una tecnologia che rispetta determinati target secondo me è giusto che lo possa fare".