A cura di Valerio Mammone
L’associazione WeWorld e la pagina Instagram “Mammadim..” hanno presentato una petizione per ridurre le vacanze estive a massimo 2 mesi, raccogliendo oltre 40mila firme. Per i genitori, dicono, il fatto che le scuole siano chiuse comporta maggiori spese e grossi problemi organizzativi, soprattutto per chi vive lontano dalle proprie famiglie. Sulla nostra pagina Instagram, la proposta ha ricevuto oltre 1500 commenti ed è stata criticata da studenti, genitori e docenti. Le critiche più frequenti spaziano dal classico “non si può andare a scuola con 40 gradi in classe”, obiezione con cui concorderà chiunque abbia messo piede in un’aula scolastica in piena estate, al “non fate i figli per poi parcheggiarli a scuola”.
C’è anche chi sottolinea che per i ragazzi andare a scuola significa trascorrere dalle 6 alle 10 ore al giorno in classe e sui mezzi di trasporto, senza contare i compiti e lo stress derivante da verifiche e interrogazioni sempre più frequenti e pressanti. Guai a toccare le vacanze, quindi. LA PROPOSTA, VA DETTO, NON CONTEMPLA UN AUMENTO DEI MESI TRASCORSI A SCUOLA MA UNA RIDISTRIBUZIONE CHE TENGA CONTO DELLE ESIGENZE DI TUTTE E TUTTI: è una proposta sensata, di cui bisognerebbe parlare con razionalità, ma che si scontrerà con l’immobilismo del “si è sempre fatto così”, con i pochi fondi che rendono impossibile immaginare scuole piene di condizionatori e con la polarizzazione dei social, che divide le esigenze di ragazzi e genitori come fossero mondi opposti e non nuclei familiari, in cui il benessere degli uni ha un impatto inevitabile su quello degli altri.