Giovedì 7 Novembre 2024

Sì al voto per i fuorisede ma solo se sono in Italia

Il provvedimento riguarda quasi seicentomila studenti. Sono esclusi i lavoratori e i ragazzi che si trovano all’estero

Sì al voto per i fuorisede ma solo se sono in Italia

Sì al voto per i fuorisede ma solo se sono in Italia

Il prossimo 8 e 9 giugno, in occasione delle Elezioni Europee, per la prima volta anche agli studenti fuorisede dovrebbe essere consentita la possibilità di votare senza essere costretti a far rientro nel Comune di residenza. Il condizionale è d’obbligo perché il provvedimento, da adottare in via sperimentale, non è ancora stato sottoposto al voto della Camera e del Senato, ma il parere favorevole di tutti partiti già espresso in commissione dovrebbe mettere al riparo da sorprese dell’ultima ora. Il provvedimento, atteso da anni, vuole essere una risposta all’ormai cronica affluenza in calo alle urne anche tra i più giovani. In Italia gli studenti fuorisede sono 591mila, la maggior parte dei quali (383mila) studia a oltre quattro ore di distanza dal proprio Comune di residenza. L’emendamento al cosiddetto decreto legge elezioni (n.7 del 29 gennaio 2024) che la commissione Affari istituzionali del Senato ha approvato giovedì 22 febbraio, all’unanimità, prevede la possibilità di votare a distanza per gli studenti che si trovano fuori regione. Per esercitare il loro diritto di voto gli studenti dovranno presentare richiesta al Comune di residenza, almeno 35 giorni prima della data delle elezioni, allegando un documento d’identità, la tessera elettorale e i documenti di iscrizione all’università o al centro di formazione che frequentano.

Chi si è trasferito in una regione diversa, ma sempre nella stessa circoscrizione elettorale, può semplicemente votare nel Comune dove ha il proprio domicilio. Chi invece si è spostato al di fuori della propria circoscrizione può votare nel Comune capoluogo della regione in cui ha il domicilio. In entrambi i casi, il Comune di residenza annota nella lista elettorale che quello specifico elettore voterà altrove. In ogni capoluogo di regione saranno istituite sezioni elettorali ad hoc per loro. Questa possibilità non è contemplata per i lavoratori fuorisede, almeno 4,3 milioni, né per gli studenti che si trovano all’estero. Inoltre chi vorrà votare il proprio sindaco (in 3.702 città e paesi), dovrà tornare a casa.

A cura di Maurizio Costanzo