Lunedì 29 Aprile 2024

Non una, ma tante strade diverse tra loro

Occorre fare attenzione e ricordarsi che regole e limiti possono variare a seconda della tipologia

Non una, ma tante strade diverse tra loro

Non una, ma tante strade diverse tra loro

Quando parliamo di “strada“ in realtà dovremmo parlare di “strade“ perché le tipologie sono molte. Il Codice della Strada all’articolo 2 la definisce "area di uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni dei veicoli e degli animali". Le strade si distinguono tra di loro per le caratteristiche tecniche: le autostrade ad esempio hanno carreggiate indipendenti o separate con almeno due corsie per ogni carreggiata, a destra c’è una corsia di emergenza o banchina pavimentata non vi sono intersezioni a raso e non vi sono accessi privati e sono anche recintate. Il transito in autostrada è consentito solo ad alcune categorie di veicoli, ad esempio i ciclomotori non possono entrare. Attrezzate con aree di sosta e colonnine per l’emergenza le autostrade sono delimitate al loro ingresso e all’uscita da caselli, che però possono anche essere “virtuali“ e permettono il pagamento attraverso le App. Seguono le strade extraurbane principali che quasi tutti conoscono come “superstrade“, proprio per la loro somiglianza alle autostrade.

Con carreggiate indipendenti e divise da uno spartitraffico sono dotate di due corsie per ogni carreggiata e una banchina pavimentata, ma non hanno la corsia di emergenza e le intersezioni a raso. La strada extraurbana principale è contraddistinta rispetto alle altre strade anche da segnali di inizio e di fine, le restrizioni all’accesso sono le stesse delle autostrade. Poi ci sono le strade extraurbane secondarie composte da un’unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia. La strada urbana di scorrimento è composta da carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico ognuna con almeno due corsie e un’eventuale corsia per i mezzi pubblici, la “corsia preferenziale“ contraddistinta da una linea gialla e utilizzata dai mezzi pubblici.

Dotata di banchine e marciapiedi può avere intersezioni che però devono essere regolate da semafori. Le aree di sosta sono esterne e con immissioni e uscite regolate, quindi non è possibile sostare lungo la carreggiata. Un altro tipo di strada è la suburbana di quartiere, composta da un’unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi con aree di sosta che possono essere presenti sulla parte esterna della carreggiata. La strada urbana ciclabile è stata introdotta negli ultimi anni ed è composta da una sola carreggiata con banchine pavimentate e marciapiedi, possono circolarvi tutti i veicoli, con priorità per i velocipedi. Proprio per garantire la massima tutela agli utenti deboli della strada il limite di velocità per tutti è di 30 km orari. Bisogna tenere bene a mente che non si tratta di una pista ciclabile, quindi anche se le bici e gli altri veicoli equiparati sono tutelati non ci si deve dimenticare che occorre fare lo stesso molta attenzione. Poi ci sono le strade locali, le più diffuse ma non particolarmente importanti per il Codice della Strada che non perde tempo ad elencarne le caratteristiche, ma parla piuttosto di ’strada extraurbana’. Molto simile alla strada urbana ciclabile è l’itinerario ciclopedonale che può essere una strada locale urbana extraurbana o anche vicinale destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale ciclabile e caratterizzata da un’attenzione all’utenza debole.

L’ultima distinzione è legata alla proprietà della strada, importante non tanto dal punto di vista delle regole da rispettare per circolare, ma per capire a quale ente occorre rivolgersi in caso di problemi come multe o incidenti. In Italia le strade sono dello Stato, contraddistinte dalla sigla SS, di Regioni, Provincie e Comuni. Posso anche essere di privati, come accade con le strade consortili nelle zone di campagna o di montagna, oppure affidate in gestione a terzi, come accade per alcuni tratti autostradali.

A cura di Maurizio Costanzo