Non mi avete fatto niente. Non mi avete fatto niente.
Non mi avete tolto niente. Questa è la mia vita che va avanti. Oltre tutto, oltre la gente. Non mi avete fatto niente. Non avete avuto niente. Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre. C’è chi si fa la croce, chi prega sui tappeti.
Le chiese e le moschee, gli imam e tutti i preti. Ingressi separati della stessa casa. Miliardi di persone che sperano in qualcosa. Braccia senza mani, facce senza nomi. Scambiamoci la pelle, in fondo siamo umani. Perché la nostra vita non è un punto di vista.
E non esiste bomba pacifista.
Ermal Meta e Fabrizio Moro hanno unito i loro talenti compositivi e performativi per questa azzeccata ’Non mi avete fatto niente’ che nel 2018 vinse il Festival di Sanremo (e che è stata riproposta nella serata dei duetti quest’anno da Maninni e lo stesso Meta). La canzone è un inno alla vita: nonostante il terrorismo e le guerre ce la mettano tutta per metterla in pericolo, il brano ci ricorda che bisogna trovare la forza per reagire, per non farsi sovrastare da quell’onda di negatività che cerca di ferire le nostre coscienze, annientare la nostra sensibilità. E, se attualmente il pericolo è abituarci alle terribili notizie che ogni giorno arrivano dalle guerre in Ucraina o dal Medio Oriente, quando fu scritto il pezzo, c’erano stati l’attentato di Manchester del 2017 e le stragi di Barcellona e del Bataclan. Un brano che fotografa la crudeltà di un presente che richiede riflessioni etiche.