Considerati uno dei misteri più affascinanti della natura i canti delle balene sono una serie di suoni emessi dai grandi cetacei, spesso mentre si spostano nella profondità degli oceani, per comunicare tra di loro. Un team di ricercatori danesi, austriaci e giapponesi ha fatto chiarezza sul meccanismo anatomico che consente ai cetacei Misticeti - quindi balene, balenottere e magattere - di emettere suoni simili al canto umano studiando l’anatomia della loro laringe. I risultati dello studio, condotto anche attraverso la costruzione di accurati modelli anatomici in 3D per individuare il preciso tragitto dell’aria, sono stati pubblicati sulla rivista Nature.
L’organo è strutturato in modo tale da riciclare l’aria e impedire l’inalazione d’acqua durante le vocalizzazioni anche a grande profondità. Gli scienziati un modello sonoro delle vocalizzazioni al computer dimostrando che si tratta di segnali a bassa frequenza, al massimo di 300 Hz, che purtroppo coincide con quella emessa dai motori dei pescherecci e delle navi. Siccome il canto funge da guida per la caccia, gli spostamenti o il corteggiamento le interferenze generate dai motori possono disorientare e alterare il comportamento della balene.