Domenica 19 Maggio 2024

Il lavoro per la Gen Z? Se “funziona“ su TikTok

I candidati vagliano la qualità delle offerte tramite il web. Senza una buona “reputazione“ è difficile trovare personale.

Il lavoro per la Gen Z?. Se “funziona“ su TikTok

Il lavoro per la Gen Z?. Se “funziona“ su TikTok

Che ruolo hanno oggi i social media nella ricerca del lavoro, specie per la Generazione Z? E cosa serve alle aziende per rendersi attrattive agli occhi dei talenti? Nell’era del web e dei social, le piattaforme digitali sono sul podio dei canali più popolari per la ricerca del lavoro (47%), dopo i siti specializzati (57%) e le agenzie di recruiting (52%). Lo svela uno studio di Kantar sul ruolo che i social media giocano oggi, specie per le nuove generazioni, nella ricerca di un lavoro. In particolare, TikTok influenza la percezione di 7 utenti su 10 nei confronti di una certa azienda, rendendola più o meno attrattiva e contribuendo o meno alla sua capacità di retention dei talenti. Nasce da queste evidenze lo studio "L’employer branding su TikTok" realizzato da Mambo, la più grande content factory in Italia, parte di OneDay Group, che ha evidenziato alcuni dei fenomeni più rilevanti presenti sulla piattaforma di intrattenimento.

"TikTok ha rivoluzionato il modo in cui condividiamo le nostre esperienze personali, il nostro punto di vista su alcuni aspetti della società, i nostri valori e le nostre preferenze, creando un nuovo paradigma di comunicazione basato su immediatezza e trasparenza - commenta Erta Konakciu, Senior Creative Strategist di Mambo - Paradigma che ha influenzato, e influenzerà sempre più, anche la narrativa intorno al mondo del lavoro, che si arricchisce di voci e prospettive nuove". Il rapporto tra azienda e dipendente è diventato molto meno formale rispetto al passato. "Se pensiamo che il 75% dei candidati cerca informazioni sulle aziende online, ci rendiamo immediatamente conto del potere che i social media stanno acquisendo nel campo del recruiting - prosegue Tommaso Ricci, Managing Director di Mambo - In Italia il problema della talent retention e del turnover è reale, tanto da aver invertito in alcuni casi il rapporto tra candidati e company. Oggi non sono più solo le seconde a scegliere i primi, per questo contano il welfare aziendale e l’attenzione all’equilibrio vita-lavoro e, non ultimo, i valori che un’impresa riesce a trasmettere".

A cura di Maurizio Costanzo