Lunedì 7 Ottobre 2024

Napoli, primo intervento al mondo di terapia genica per la sindrome di Usher. Così potrebbero essere curate le malattie genetiche

Un grande passo dell’Università Vanvitelli di Napoli. La direttrice dell’equipe medica Simonelli: “Ci proponiamo di rivoluzionare il nostro approccio alla comprensione e al trattamento di questi pazienti”

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Francesca Simonelli, professoressa ordinaria di Oftalmologia e direttrice dell'UOC Oculistica, tra i massimi esperti di terapia genica oculare (foto Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli su Facebook)

Napoli, 16 settembre 2024 – Intervento storico alla clinica oculistica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli: è stata somministrata una terapia genica sperimentale per curare la sindrome di Usher, che comporta la sordità alla nascita e solitamente la piena cecità nei primi dieci anni di vita.

L’innovativa tecnologia utilizzata, messa a punto nei laboratori dell’Istituto Telethon di genetica e medicina di Pozzuoli, ha la potenzialità di allargare il campo di applicazione di questo approccio terapeutico a centinaia di altre malattie genetiche ad oggi senza cura. Tra gli sponsor dello studio LUCE-1, c’è la AAVantgarde Bio, azienda biotecnologica nata nel 2021.

Ci sono ancora degli ostacoli che limitano l’applicazione della terapia genica: uno di questi è rappresentato dalla capienza dei vettori virali, i virus modificati utilizzati per trasferire nelle cellule dei pazienti versioni corrette dei geni responsabili delle loro patologie.

“E’ molto emozionante che la nostra tecnologia dual-AAV sia testata nell’uomo per un'indicazione oftalmologica – ha commentato Alberto Auricchio, direttore del Tigem – Comincia ora un nuovo percorso nel quale ci auguriamo che i risultati positivi osservati in laboratorio si confermino nei pazienti, con l’obiettivo finale di aiutarli nella loro funzione visiva”.

“Sono molto felice di aver iniziato il primo studio clinico di fase 1/2 sull'uomo di AAV-081 per i pazienti con retinite pigmentosa correlata alla sindrome di Usher 1B – ha dichiarato Francesca Simonelli, la direttrice dell’Uoc Oculistica che ha guidato l’equipe medica nell’intervento – Attraverso questo programma innovativo in cui siamo impegnati da molti anni, ci proponiamo di rivoluzionare il nostro approccio alla comprensione e al trattamento di questi pazienti per i quali non esiste terapia”.