
I soci della Taverna Santa Chiara a Napoli, al centro Nives Monda
Napoli, 6 maggio 2025 – Da lontano la vedi, sventolata da due ragazzini, la bandierina palestinese. Nel cuore del centro storico di Napoli, a due passi dal Chiostro di Santa Chiara e da piazza del Gesù Nuovo, l’odore del cibo di strada si mescola alla disputa internazionale, una miscela che accende il fine settimana, con tanto di strascichi giudiziari.
Taverna Santa Chiara, locale di solidarietà e buona cucina gestito da Nives Monda e da altri tre soci, diventata di colpo il campo di battaglia di uno scontro che infiamma i social. La titolare del locale riceve sostenitori, avventori e giornalisti tra i tavoli ancora caldi di discussioni. La sua voce è ferma, gli occhi accesi come la brace. Come infuocate, dall’altra parte, sono le parole di Gilli Moses, turista israeliana che sostiene di essere stata cacciata dal locale. Diffondendo a corredo un video divenuto virale.
Partiamo dai fatti. Sabato, un gruppo di turisti israeliani è al centro di una discussione nata con i toni sommessi ed esplosa come una santabarbara. “Stavano pranzando, parlavano con dei clienti spagnoli, hanno detto di essere israeliani e lodato Israele. Io ho spiegato che noi, come Taverna, aderiamo alla campagna ‘Spazi Liberi dall’apartheid israeliano’ (c’è un manifesto nel locale, di fronte ai tavoli, ndr), condannando il genocidio palestinese. Loro hanno reagito aggressivamente, accusandoci di antisemitismo, urlando e riprendendo tutto col cellulare. Io non ho nulla contro gli ebrei. Nel mio locale sono accolti come chiunque altro, abbiamo molti amici ebrei che vengono qui. Anche Erri De Luca, che com’è noto è uno studioso della cultura ebraica, cena da noi. Io sono contro i sionisti, il che è molto diverso”.
Non basta la giornata di riposo settimanale di domenica a far depositare la polvere delle polemiche, ieri alla riapertura i toni non erano affatto concilianti. I gestori del locale dicono di aver ricevuto centinaia di post minacciosi e di insulti e di aver dato mandato a un legale di denunciare gli hater. Ma anche le autorità vogliono vederci chiaro: il caso è al vaglio della Digos e del comando provinciale dei carabinieri di Napoli che depositeranno le informative alla Procura di Napoli. Monda non arretra di un passo e ribadisce le sue ragioni. “Rivendico il mio diritto di fare politica anche nell’esercizio del mio lavoro. Siamo stati vittime di un episodio a scopo intimidatorio. La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo e nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso per poi diffondere il video in rete, diffamandoci come sostenitori del terrorismo”.
A chi le fa notare che il 9 ottobre, a due giorni dal raid assassino di Hamas, aveva pubblicato un post in cui scriveva ‘via i sionisti macellai dalla terra di Palestina’, replica: “Criticare uno stato non è odiare un popolo. Noi siamo contro l’apartheid e i bombardamenti su Gaza, non contro gli ebrei. Ma quando qualcuno difende un governo che sta commettendo crimini contro l’umanità, non posso restare neutrale. La neutralità, di fronte a un genocidio, è complicità”.

Gilli Moses, la turista israeliana, altra protagonista dell’aspra querelle replica dopo essere andata dai carabinieri a sporgere denuncia con il marito Raul: “Mi hanno fatto sentire un’estranea, una nemica. Napoli è la città dell’amore non dell’odio. Condanniamo la violenza, ma cacciarci? È come darci della nazista. Eppure, siamo sopravvissuti alla Shoah…”. Dopo la lite al ristorante, il Comune di Napoli manifesta la solidarietà ai turisti israeliani e l’assessora al Turismo, Teresa Armato, annuncia che incontrerà anche la ristoratrice. Un’equidistanza dialogante che non piace all’ex sindaco De Magistris: “La giunta Manfredi è schierata con i negazionisti del genocidio”.