Venerdì 13 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Il Castello del ‘boss delle cerimonie’ passerà al Comune. Pronti gli atti dello sgombero

Sequestrato a febbraio per abusi edilizi, il ‘Grand Hotel La Sonrisa’ di Sant’Antonio Abate (Napoli) diventerà pubblico. Gli eredi di Polese stanno versando 29mila euro al mese per l’occupazione

Il popolare programma tv "Il castello delle cerimonie"

Il popolare programma tv girato alla Sonrisa, "Il castello delle cerimonie"

Napoli, 15 ottobre 2024 – Il Castello del ‘boss delle cerimonie’ passerà nelle mani del Comune, presto gli eredi di Antonio Polese – che nel frattempo stanno svernando un canone da 29mila euro al mese – dovranno lasciare definitivamente il ‘Grand Hotel La Sonrisa', confiscato a febbraio per abusi edilizi.

Ad annunciare l’acquisizione della sfarzosa location dei matrimoni, resa celebre da un popolare format tv, è la sindaca di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli. “Abbiamo atteso per otto mesi, un ritardo che ha rallentato le fasi successive relative all'acquisizione”, dice Ilaria Abagnale. Oltre 40mila metri quadri, tra sale sfarzose e terreni, diventeranno patrimonio pubblico. Pronti gli atti dello sgombero. 

La sindaca: “Già pronti gli atti di indirizzo”

Ad oggi, le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione lo scorso 15 febbraio con la quale si conferma quella emessa dalla Corte d'Appello nel 2022 non risultano ancora pubblicate, né la sentenza è stata notificata al Comune di Sant'Antonio Abate.

“Abbiamo atteso per otto mesi la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ordina la confisca dell'immobile, noto come 'Grand Hotel La Sonrisa', e l'acquisizione a titolo gratuito dell'intera area di oltre 40mila metri quadrati a patrimonio del Comune di Sant'Antonio Abate”, racconta la sindaca Ilaria Abagnale. E aggiunge: “Adesso, con gli uffici comunali sono stati stilati tutti gli atti d'indirizzo per avviare l'acquisizione del bene, in vista del successivo crono programma per liberare immobili e terreni".

Cosa succederà ora 

"Nei prossimi giorni – prosegue la sindaca di Sant'Antonio Abate – è stata programmata una riunione gestionale che delineerà in maniera oculata il cronoprogramma delle attività, che saranno valutate di concerto con gli uffici comunali. Il crono programma sarà successivamente sottoposto al vaglio delle prefettura e della procura generale di Napoli”. Le copie delle delibere adottate dal Comune sono state trasmesse alle procure di Torre Annunziata e di Napoli.

Nell'attesa che arrivassero i documenti del tribunale, “la macchina amministrativa non è stata inerme: ha avviato tutte le pratiche necessarie ed ha anche richiesto una valutazione del bene all'Agenzia del Territorio di Napoli che, però, con una nota ha precisato che potrà effettuare un sopralluogo solo a partire da dicembre 2024”, ha detto la sindaca.

Canone da 29mila euro al mese

Nel frattempo, “i precedenti titolari del bene, attuali occupanti sine titulo – entra nei dettagli Ilaria Abagnale – stanno versando regolarmente un canone di circa 29mila euro mensili per l'occupazione, calcolato in base alle tabelle delle quotazioni stabilite dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate''.

''Ogni azione - conclude la sindaca di Sant'Antonio Abate - sarà intrapresa in sinergia con la Prefettura e la Procura Generale, con la massima trasparenza e nel rispetto della legalità. Infine, una precisazione: il futuro della struttura sarà condiviso, deciso e comunicato solo nei prossimi mesi''.