Sabato 12 Ottobre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

A Venezia la rivoluzione di Daniel Craig: "Ero il macho 007, ora sono nudo e gay. Ed è meraviglioso"

In “Queer”, diretto da Luca Guadagnino, è un omosessuale drogato e disperato. "Paura di spiazzare il pubblico con le scene di sesso? Per me recitare è una sfida"

Daniel Craig a Venezia con l'attrice Rachel Weisz

Daniel Craig a Venezia con l'attrice Rachel Weisz

Venezia, 3 settembre 2024 – Fino a ieri, era 007. Freddo, con quegli occhi di ghiaccio. Impassibile, pronto a ogni performance audace. A Città del Messico, ci andava in smoking, pienamente padrone di sé, in mezzo al caos della città brulicante per il Dia de los Muertos, in Spectre. Nell’ultimo film del franchise, No Time to Die, si era mostrato, è vero, più vulnerabile, sentimentale, romantico. Ma questa, questa adesso è una rivoluzione.

Daniel Craig si sveste dello smoking ed entra nelle giacche di lino stropicciate, spiegazzate, sporche di Lee, intellettuale che a Città del Messico passeggia fra immense auto bombate e cani per la strada, esule americano, e gira solo per bere, bere, bere tequila, bere ancora qualsiasi cosa contenga alcol, iniettarsi eroina e frequentare locali gay. In Queer di Luca Guadagnino, tratto dal romanzo incompiuto di William S. Burroughs, presentato ieri in concorso a Venezia, 007 è gay. Un omosessuale nel Messico degli anni ’50. Un omosessuale anche un po’ omofobo, o almeno non in pace con la sua condizione: è nervoso, ha gesti rabbiosi e scattanti, e s’invaghisce perdutamente di un ragazzo, molto più giovane. Elusivo, sfuggente. E Craig, quando fa dei gesti verso di lui, nel bar, subito se ne pente, si vergogna di mostrarsi così scopertamente attratto. Goffo.

È un rovesciamento completo dei ruoli. Da James Bond, il seduttore a Lee, il sedotto. Dall’agente segreto che può travolgere qualunque donna, anche se la donna è Monica Bellucci, all’uomo che beve smodatamente, travolto da ogni sguardo di ragazzo, che rincorre mani, corpi, che elemosina amore fino a quando non trova il ragazzo che può fargli perdere del tutto il lume della ragione. Non è la prima volta che Daniel Craig interpreta un personaggio di omosessuale: in Love is the Devil, del 1998, era il modello e l’amante del pittore Francis Bacon, coinvolto in un rapporto sadomasochistico, con uso e abuso di alcol e di droghe, nella Londra degli anni ’60; e gay (con tanto di compagno Hugh Grant) è pure nei due recenti gialli-commedia di Netflix Knives Out in cui interpreta il detective Benoit Blanc.

Ma è questa la trasformazione che, dopo 007, colpisce. E nella trasformazione, Craig, 56 anni, lascia un po’ di muscoli a Bond, lascia che la pancetta venga fuori. I capelli non sono mai in ordine, gli occhiali da vista gli tolgono un po’ del magnetismo animale degli occhi azzurri. E si veste di gesti nevrotici: fiammiferi da accendere, sigarette da fumare con rabbia e una pistola continuamente esibita. Un personaggio struggente, Lee, patetico, cui Craig dà il proprio talento e anche il proprio corpo. Ci sono anche scene di sesso esplicito, fra i due uomini, Craig e il ragazzo interpretato da Drew Starkley. Un bacio vero, fra i due uomini, e molte nudità frontali, corpi nudi che si avvinghiano. Una performance impegnativa, che ti mette a nudo in tutti i sensi. Ma Craig aveva fiducia nella visione del regista. "La ragione per cui ho fatto il film è Guadagnino", dice Craig. "Da molto tempo volevo fare un film con lui. Ci siamo conosciuti vent’anni fa, e ci siamo detti: chissà, un giorno faremo un film insieme. Finalmente lo abbiamo fatto, ed è meraviglioso".

Sulle scene di sesso, dice: "Volevamo che sembrasse reale, toccante, naturale anche se sappiamo che niente di ciò che accade sul set è intimo, decine di persone ti guardano. E così per rompere la tensione abbiamo ballato, poi il resto è arrivato. Drew è un attore fantastico, e ci siamo fatti una risata. Abbiamo cercato di renderle divertenti". Paura di spiazzare il pubblico con un personaggio omosessuale dopo un macho come Bond? "Non ho alcun controllo sulla mia immagine, scelgo di interpretare ruoli che rappresentano una sfida, per me stesso e per il pubblico, cercando di essere il più interessante e creativo" al riguardo, risponde. Craig. E sul red carpet sfila raggiante, mano nella mano con la moglie, l’attrice britannica Rachel Weisz.