di Eva Desiderio
MONTAIONE (Firenze)
"Rispetto del consumatore e del prodotto. Prezzi senza moltiplicatori, ragionevoli e veritieri. La crisi del lusso c’è, ma cosa è il lusso? Per me il lusso non esiste più, o c’è l’eccellenza o c’è un prodotto dove il brand è il valore aggiunto e non sempre adeguato alle richieste del consumatore". Così Stefano Ricci, imprenditore e designer fiorentino, re della moda maschile di altissima qualità e di un lifestyle che non ha uguali, mentre accanto alla moglie Claudia partecipa alla presentazione della sua collezione per l’inverno 2025 che verrà svelata anche a Pitti Uomo di a gennaio.
Siamo a Castelfalfi, antico borgo che ha visto etruschi e governo mediceo, tra Pisa, Siena e Firenze nella tenuta immensa con luxury hotel 5 stelle, di proprietà dell’imprenditore indiano Aloke Lohia, grande amico di Stefano Ricci, che ha voluto che il designer fiorentino disegnasse nella Rocca medievale due suite esclusive (anche nel prezzo) tra pietra serena scalpellata a mano, marmi, lampadari di cristallo e poltrone di coccodrillo.
A parlare dell’azienda – che ha sede alle Caldine e dove lavorano 900 addetti –, della collezione e della campagna scattata in Perù da Ami Vitale, fotoreporter e documentarista americana, sono i figli dell’imprenditore, Niccolò Ricci, amministratore delegato, e Filippo Ricci, direttore creativo della Maison, che hanno voluto questa sesta tappa di ’Stefano Ricci Explorer, Missione Perù’. Una moda pensata per esploratori contemporanei, gentiluomini che amano un lusso di ricerca, sostanza, tradizione e modernità, fatto di valori e di manufatti unici e spesso inimitabili.
Perché la moda maschile di Stefano Ricci è prima di tutto una lezione i bellezza, di equilibrio, di Natura che si specchia in colori e materiali divini, talvolta dall’anima ancestrale, come il tessuto ’regale’ (perché in epoca Inca usato solo per i re) della vicuna, tanto rara e preziosa perché ogni due anni si riesce a raccoglierne solo 250 grammi di vello. E nella collezione ci sono giacche prodigiose e cappotti splendidi di vicuña, che sono alcuni dei 67 look che raccontano questa Missione Perù tra una civiltà misteriosa con una cultura tanto diversa dalla nostra. Unite però dall’arte tessile, in un ponte infinito tra le trame di fili di alpaca tinti con la cocciniglia o con erbe andine con le tecniche ancora attuali delle tessitrici del Centro de Textiles Tradicionales del Cusco (che d’ora in poi la maison Stefano Ricci sosterrà finanziando la formazione delle nuove generazioni) e le trame di ermesino e di broccato dell’Antico Setificio Fiorentino acquisito nel 2010 dal Gruppo Stefano Ricci.
Nelle foto di Ami Vitale e nei video pieni di poesia, i modelli in parka di cashemere antipioggia col cappuccio bordato di volpe o con l’interno di orylag, i blouson di coccodrillo nabuccato coi piccoli dettagli dell’ottagono simbolo perfetto della maison, i completi sartoriali realizzati tutti a mano, le tute per viaggiatori dinamici nell’esclusivo filato Alpha Yarns, gli zaini per l’avventura di ogni giorno e i polacchini di suede, si confrontano con Madre Natura el e rovine della città santuario di Machu Picchu, coi modelli che osservano i riti del Curandero che prega il Sole.
Durante lo straordinario viaggio poi la scoperta dei ’quipu’, artefatto tessile degli Incas fatto di nodi e catenelle colorate, la memoria di un popolo fatta di elementi naturali e tessili che ha sostituito la scrittura, a loro sconosciuta, un tramandare fatti, storie e saperi solo attraverso i fili. "Che emozione scoprirne il significato – racconta Filippo Ricci –, oggetti immaginari per tramandare vita e saggezza ai posteri. E pensare alle eccellenze tessili nostre di oggi che puntano a una esclusività da vero gentiluomo visionario esploratore del mondo".
Collezione sontuosa e unica, come vuole questo vero Made in Italy di qualità totale che tanto piace nel mondo (il 95% delle vendite sono all’estero), dove la famiglia Ricci sta per aprire altre boutique monomarca a Houston, Montecarlo Mareterra (il nuovo quartiere disegnato da Renzo Piano), Ho Chi Minh City e Washington DC. "Continuiamo a investire – dice l’ad Niccolò Ricci – perché anche il 2024 consoliderà e incrementerà di un +10% i risultati già molto buoni e per noi da record del 2023 (anno del fatturato a 216 milioni). Al termine del terzo trimestre di quest’anno si è registrata una crescita dell’11% sia a cambi correnti che a cambi costanti portando il fatturato a 174 milioni di euro rispetto ai 157 dello stesso periodo 2023. Ottimi i risultati – conclude – in Medio Oriente, specie a Dubai, e in Nord America ed Asia".