di Maria Cristina Righi
Problemi di memoria e di concentrazione? La dieta può essere di grande aiuto. Frutta secca, ricca di omega-3, per rallentare l’invecchiamento delle funzioni cerebrali. Carote per ridurre lo stress ossidativo coinvolto in diverse malattie del cervello. Barbabietole con nitrati che dilatano i vasi sanguigni e mantengono ossigenato il cervello. Quest’organo complesso che ospita miliardi di neuroni, neurotrasmettitori e molecole chimiche (come dopamina, serotonina, acetilcolina), ha bisogno di carburante, come l’intero corpo. Per la difficoltà di concentrazione, si torna alla dieta mediterranea, basata su prodotti freschi e non trasformati, questa dieta privilegia verdure, legumi e cereali, semi, spezie ed erbe aromatiche, olio d’oliva e pesce (soprattutto grasso, ricco di omega-3). In questo modo si arricchisce il microbiota e si evita lo squilibrio batterico responsabile di reazioni infiammatorie che possono alterare la memoria. Secondo Anaïs Roux, psicologa e autrice del libro e podcast Neurosa-piens (Edizioni Les Arènes), "la dieta mediterranea abbinata a un’alimentazione povera di sale aiuta a prevenire l’Alzheimer negli anziani che la seguono per cinque anni e a guadagnare addirittura fino a sette anni di longevità cerebrale". Per i buchi di memoria va ridotto drasticamente il consumo di grassi e zuccheri. Il cibo spazzatura, saturo di grassi cattivi e zucchero raffinato, è dannoso per la materia grigia. Povero di sostanze nutritive, provoca una reazione infiammatoria che interferisce con le funzioni cognitive dell’ippocampo (la regione del cervello che ospita i ricordi). Il nemico numero uno della memoria è lo zucchero, colpevole di confondere il sistema immunitario provocando neuroinfiammazione.
Gli specialisti in medicina preventiva e longevità avvertono che la classica colazione, a base di pane, marmellata, succo d’arancia, riduce le prestazioni cerebrali.
Anche l’abbinamento dei cibi gioca un ruolo fondamentale. La classificazione in tre famiglie di macronutrienti (proteine, carboidrati e lipidi) non è giustificata, perché alcuni alimenti si ritrovano in più categorie. Gli esperti preferiscono classificarli in quattro tipologie. Proteine (carne rossa, pollame, pesce, frutti di mare), amidi (verdure e legumi amidacei), acidi (frutta, senape, ketchup, succhi, bibite, alcol) e neutri (uova, formaggi e latticini, avocado, semi oleosi). Per il cervello gli abbinamenti migliori sono le combinazioni di cibi neutri con quelli di altre famiglie, oppure acidi e proteici. Queste combinazioni portano vitamine e minerali ai neuroni. Fondamentale poi la massima idratazione: bere un litro e mezzo d’acqua al giorno fa bene anche al cervello mentre anche una leggera disidratazione riduce la reattività e la capacità di memorizzare le cose.