Roma, 2 maggio – "Eravamo due pilastri mezzo sbilenchi che, appoggiati l’uno all’altro, si sarebbero dimostrati più solidi di uno integro e senza sostegno”. Per chi ha visto “Baby Reindeer”, miniserie Netflix ora in cima alle classifiche, la citazione dall’ultimo libro dell’autrice belga Lize Spit, “Non ci sono”, e/o edizioni, non potrebbe essere più appropriata per descrivere l’intricata relazione tra i due protagonisti, Donny e Martha. Due personaggi particolari, soli, controversi. La serie di Richard Gadd (anche attore interprete di Donny) costruisce un delicato e subdolo parallelismo tra i due, un comico senza successo e una stalker, al punto che diventa difficile stabilire chi sia dalla parte del giusto. Ma è forse proprio questa complessità dei personaggi e della storia che ha fatto spopolare la miniserie, che nonostante il tono comico tratta temi molto profondi e delicati, come l’abuso sessuale e la malattia mentale.
Nel romanzo di Spit, uscito a marzo, i “due pilastri mezzo sbilenchi” sono Leo e Simon, una ragazza e un ragazzo uniti dall’amore e dal supporto reciproco di fronte a un trauma che hanno vissuto entrambi, anche se in due momenti diversi delle loro vite: la morte della madre. Entrambi personaggi creativi, sebbene un po’ particolari, Leo e Simon convivono da dieci anni trovando conforto in questo loro amore un po’ ossessivo, e costituiscono l’uno la famiglia dell’altra. Ma una sera qualcosa cambia e Simon si presenta a casa con un nuovo tatuaggio e un atteggiamento bizzarro. L’inizio di una serie di eventi che fanno cadere a pezzi la vita di entrambi. Come “Baby Reindeer”, “Non ci sono” è la storia di due persone imperfette che “fanno di tutto per emergere, amare, vivere”. Spit crea e racconta due personaggi tridimensionali, complicati, segnati dal dolore. Il libro si apre con i toni di un thriller, ma si sviluppa come racconto di “una storia d’amore insieme magnifica e brutale”. Sempre come "Baby Reindeer”, il cui format di miniserie insieme alla trama accattivante costringe gli spettatori al bingewatching, “Non ci sono” è una “lettura elettrizzante” e una volta iniziato è difficile staccarsene. E non solo. Se Richard Gadd presenta con maestria e finezza il tema della malattia mentale nella serie, Lize Spit va oltre, raccontando le difficoltà del ricovero in una clinica psichiatrica e l’esperienza degli psicofarmaci. Il libro restituisce perfettamente l’ambiguità che si può creare nel rapporto tra due persone, specialmente quando si tratta di salute mentale. Dopo il successo internazionale di “Si scioglie”, pubblicato nel 2017, l’autrice si dimostra ancora una volta “maestra della suspense”.