Firenze, 4 settembre 2024 – E’ considerato, anzi era dato che è scomparso nel 2021 a soli 68 anni, il miglior giallista del Belgio dai tempi di un certo George Simenon (e infatti era soprannominato il Simenon fiammingo). I suoi romanzi, adattati anche per la tv, sono stati tradotti in dieci lingue, vendendo oltre tre milioni e mezzo di copie nel mondo. Ma non lo conosce quasi nessuno. Pieter Aspe – nome de plume di Pierre Aspeslag – è un autore che gli amanti del noir non possono non conoscere. E se per caso avete mai visto dal vivo la vera Venezia del nord, che non è Amsterdam ma la bellissima Bruges, beh, ve ne innamorerete dopo poche pagine. E sappiate che i libri di Aspe hanno riscosso talmente successo che l’ente del turismo belga ha utilizzato la toponomastica usata nei suoi romanzi per promuovere le visite a Bruges.
Ma non è solo una questione, diciamo così, geografica. Aspe – che nella sua vita, prima di diventare scrittore, è stato precettore, fotografo, commerciante di vini, venditore di granaglie e cereali, custode della basilica del Sacro Sangue a Bruges, impiegato in un’impresa tessile e lavoratore stagionale per la polizia marittima – ha creato un bellissimo personaggio, il commissario della polizia di Bruges, Pieter Van In. "Il solito commissario? Un altro?", si chiederà il lettore. No, affatto, per niente "il solito", ma un personaggio che si ricorda e viene meravigliosamente caratterizzato con tutte le sue debolezze: di pessimo carattere, allo stesso tempo malinconico come il cielo invernale della sua amata Bruges e dotato di un caustico senso dell’umorismo. E’ un uomo fra gli uomini, imperfetto e fors’anche irrisolto: divorziato e sempre in bolletta, amante dell’arte, dei sigari, della birra Duvel, delle paste all’uvetta vendute sulla Grand Place e delle belle donne, ma innamorato del sostituto procuratore Hannelore Martens, coprotagonista delle inchieste di Van In.
E’ stata Fazi a portare Aspe in Italia e "Il quadrato della vendetta" è il primo libro della serie, che parte da un antico enigma ispirato alla filosofia dei templari e misteriosamente collegato ai crimini di una delle più conosciute e rispettate famiglie della regione, i Degroof. Tutto inizia con una strana rapina in una gioielleria, dopo la quale i ladri hanno lasciato una sola traccia, il famigerato quadrato "sator”, 25 lettere che possono dare luogo a combinazioni basate sul palindromo, la simmetria e i giochi di specchi. Da qui parte l’inchiesta di Van In, con intrighi e interessi politici, segreti alchemici e antiche vendette. Se non lo conoscete, colmate questa lacuna: non ve ne pentirete.