Roma, 17 gennaio 2024 – Ogni anno, il 17 gennaio, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale della Pizza, un'occasione speciale che onora uno dei piatti più amati e diffusi in tutto il globo. Questa giornata non è meramente un'opportunità per deliziare il palato con questa iconica prelibatezza culinaria, ma è al contempo una preziosa occasione per esplorare la ricca storia e la diversità culturale che circondano questo simbolo gastronomico.
La pizza, disponibile in un’infinità di varianti, è un vero e proprio simbolo del nostro Paese e un baluardo della nostra cucina sul quale, come spesso accade in questi casi, si discute spesso rispetto alla legittimità di ingredienti, sulla preparazione e sui vari condimenti. Ecco tutto quello che è necessario sapere a riguardo.
La storia della pizza
Un tipo di pizza, per così dire, primigenio, risale in realtà a molti secoli fa: è del giugno 2023 la scoperta negli scavi di Pompei di una rappresentazione pittorica di una primissima, ideale pizza, un alimento con una base di pane a forma tonda, un cornicione piuttosto alto e una serie di succulenti ingredienti a condirla. In realtà, delle tipologie di pani piuttosto simili erano già presenti anche in altre culture, come quella degli Antichi Egizi, ma erano diffusi anche nel mondo ellenico.
Tuttavia, la vera nascita della pizza come la conosciamo oggi può essere attribuita alla città di Napoli nel XVIII secolo. Qui, la pizza guadagnò sempre più popolarità tra le classi lavoratrici come pasto economico e saporito. I napoletani infatti avevano bisogno di cibo economico che potesse essere consumato rapidamente. La pizza, con la sua base di pasta piana arricchita con vari condimenti, mangiata in qualunque occasione e venduta da venditori ambulanti o ristoranti informali, soddisfaceva alla perfezione questa esigenza.
Pochi anni dopo l’Unificazione dell’Italia il Re Umberto I e la Regina Margherita visitarono la città di Napoli, scoprendo la pizza, nel 1889. La leggenda narra che la coppia di stimati viaggiatori si stancò della solita dieta a base di alta cucina francese e chiese un assortimento di pizze dalla Pizzeria Brandi della città, successore della pizzeria Da Pietro fondata nel 1760. La varietà che la regina apprezzò di più fu chiamata “pizza mozzarella”, una pizza con sopra il soffice formaggio bianco, pomodori rossi e basilico verde. Da quel momento in poi, secondo la leggenda, quella particolare combinazione di condimenti fu chiamata pizza Margherita: quasi per ironia della sorte, l’alimento presentava gli stessi colori della bandiera italiana.
Dalla Margherita alla “Pepperoni” americana: le variazioni regionali in tutto il mondo
Mentre la pizza napoletana può essere considerata il punto di partenza (nonché, per i più intransigenti, l’unica vera pizza con la p maiuscola) ogni regione del mondo ha sviluppato la propria interpretazione unica di questo piatto delizioso. Negli Stati Uniti, ad esempio, la pizza ha preso una piega tutta sua con l'introduzione della pizza stile New York e Chicago deep-dish. La pizza newyorkese è caratterizzata da crosta sottile e flessibile, mentre quella deep-dish di Chicago si distingue per la sua crosta spessa e per gli strati abbondanti di formaggio e di condimenti (di norma viene arricchita con salame o salsiccia).
Evidentemente, proprio per le sue peculiarità, la pizza si presta a innumerevoli preparazioni. Tutto dipende dal proprio gusto, dall’estro personale e da una discreta dose di creatività, che non guasta mai.
L'Arte di fare la pizza: la ricetta originale
Fare una pizza è un'arte, e gli ingredienti sono come i colori su una tavolozza. Dall'impasto croccante alla scelta delle salse e dei condimenti, ogni elemento contribuisce a creare un'esperienza unica sul nostro palato. Gli amanti della pizza apprezzano l'abilità dei pizzaioli nel lanciare l'impasto in aria e la precisione nel dosare gli ingredienti per ottenere il giusto equilibrio di sapori.
L'innovazione culinaria ha senza dubbio portato a un'esplosione di nuovi stili e combinazioni di ingredienti. La pizza gourmet con prosciutto di Parma, rucola e parmigiano, o la pizza con formaggi esotici e condimenti unici, sono esempi di come la pizza si sia evoluta oltre i confini delle sue radici tradizionali.
Una pizza che però sembra mettere d’accordo (quasi) tutti è proprio la celebre Margherita. Questi gli ingredienti:
- 200 grammi di farina Manitoba - 300 grammi di farina 00 - 300 ml di acqua a temperatura ambiente - 10 g di sale fino - 4 g di lievito di birra fresco - 300 g di passata di pomodoro - 200 g di mozzarella - Olio extravergine di oliva q.b. - Basilico q.b.
Dopo avere impastato le farine, l’acqua, il sale e il lievito (a mano o con l’utilizzo di una planetaria) sarà necessario creare una palla con l’impasto e lasciarla riposare, facendola lievitare all’interno di una ciotola ricoperta con pellicola trasparente in un luogo tiepido (il forno spento andrà benissimo). Una lievitazione ottimale dovrebbe durare almeno 6 ore.
Trascorso il tempo della lievitazione l’impasto sarà raddoppiato di volume e lo potremo trasferire su un piano cosparso di semola di grano duro dividendolo in quattro panetti, che andranno poi stesi con un mattarello per andare a formare le nostre pizze. Sarà a questo punto il momento di cospargere la pasta stesa con abbondante pomodoro, mozzarella sfilacciata, un filo di olio d’oliva e basilico a piacere. La pizza andrà poi cotta in un forno preriscaldato a 250° per 6/7 minuti, fino al raggiungimento della doratura desiderata.
Gli ultimi dati sulla pizza
Coldiretti ci ha di recente fornito dati che parlano di un settore molto fortunato il cui fatturato ad oggi supera i 15 miliardi di euro annui. L'occupazione stimata è di circa 100.000 lavoratori a tempo pieno e altrettanti nel weekend.
L'organizzazione agricola registra che il comparto italiano produce ben 2,7 miliardi di pizze all'anno, utilizzando 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio d'oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. In termini di consumi, la pizza Margherita rimane la più amata secondo l'analisi Coldiretti. A livello globale, gli americani si confermano come i principali consumatori con una media di 13 chili a persona. In Europa, gli italiani sono in testa con una media di 7,8 chili all'anno, seguiti poi dagli spagnoli (4,3), da francesi e tedeschi (4,2), dai britannici (4), dai belgi (3,8), dai portoghesi (3,6) e infine dagli austriaci che chiudono la classifica con 3,3 chili di pizza pro capite annui.
Nel 2023, in base all'analisi degli ordini di pizza da parte della nota piattaforma di delivery Just Eat, si registra un totale di quasi 5,5 milioni di chili, coprendo una distanza di oltre 5.800 chilometri, equivalente a raggiungere il Polo Nord da Roma. Le pizze più richieste a livello nazionale sono state la pizza Margherita, la Diavola e la Capricciosa.