Nel ricco e rinomato panorama vinicolo altoatesino,
San Michele Appiano occupa un posto di rilievo. E non potrebbe essere altrimenti per una cantina che, sotto la guida di un guru dell’enologia come
Hans Terzer, è stata tra le pioniere della
svolta qualitativa promossa dalle grandi cantine sociali della zona.
I numeri
Nata nel 1907, oggi la cantina San Michele Appiano conta
320 soci viticoltori per una superficie vitata complessiva pari a
385 ettari. Due milioni e mezzo le bottiglie prodotte ogni anno, per il
75% bianchi e per il
25% rossi (oltre a una piccola quota di rosé). Tre le linee della
piramide qualitativa, cui si affiancano bottiglie particolari da annate storiche e da collezione, senza tralasciare il mitico
Appius, la prestigiosa cuvée millesimata di bacche bianche che dal 2010 rappresenta la firma di Hans Terzer sull’annata.
I vini
La
linea Classic è un entry level di pregevole fattura che offre
un’ampia panoramica varietale, composta sia da grandi internazionali sia vitigni autoctoni. Il consiglio, per
l’ottimo rapporto qualità-prezzo, è tuttavia quello di salire alla
FallWind (la vecchia linea Selezione ribattezzata così da un paio d’anni), per il deciso salto di livello a fronte di un aumento di costo contenuto. Anche qui il ventaglio è ampio. La cantina spinge molto sul
Pinot Bianco Schulthauser (12,80 euro) e sul
Pinot Grigio (12,80 euro), ma vale la pena assaggiare anche il
Riesling (13,80 euro), nobile vitigno che San Michele Appiano ha un po’ trascurato rispetto ad altri grandi bianchi ma che qui trova una giusta collocazione. Sul fronte dei rossi, interessante la
Schiava/Vernatsch (9,90 euro), il rosso ‘andante’ d’Alto Adige negli ultimi anni oggetto di un’importante e riuscita rivalutazione qualitativa.
Il top di gamma
La linea top è la
Sanct Valentin, frutto di una
rigorosa selezione dei vigneti e delle uve, poi impreziosite da
passaggi in legno. Particolarmente apprezzati il
Sauvignon (25,60 euro), il vitigno prediletto di Terzer, e lo
Chardonnay (25,60 euro), così come l’autoctono
Gewürztraminer (25,60 euro) che nella versione Sanct Valentin scatena tutta la sua
particolarità aromatica, avvicinandosi per intensità e complessità ai parenti alsaziani. Tra i rossi spicca il
Pinot Nero Riserva (34,60 euro), dal notevole potenziale di invecchiamento, la cui forza principale sta nel difficile e qui azzeccatissimo equilibrio tra la grande struttura e la finezza dei tannini.