Museo Ferragamo, la storia della moda nel cuore di Firenze

Luogo di raro fascino in via Tornabuoni, racconta la vita professionale e privata dell’indimenticato ‘Calzolaio delle Dive’

di EVA DESIDERIO -
5 maggio 2024
Museo Ferragamo

Museo Ferragamo

Un progetto e una realizzazione unici al mondo. E non solo nell’ambito della moda. Perché alla base del Museo Salvatore Ferragamo c’è la storia del Calzolaio delle Dive ma anche la cultura che pervade il suo stile, le radici profonde nell’artigianato fiorentino, la conoscenza e la scoperta di tanti materiali spesso inediti, la sua grande creatività.

E la storia della Moda vista da dentro e allargata al mondo, alla società, alle correnti artistiche del Novecento dallo spettacolo al cinema. Uno spirito internazionale che da sempre caratterizza il brand fiorentino ancora in mano alla famiglia del fondatore, che ha come presidente Leonardo Ferragamo. Un luogo tutto da scoprire a Firenze, un Museo che ogni anno organizza mostre di richiamo emozionale e di alti contenuti, con un percorso umano che insegna molto del Made in Italy ai giovani di oggi. Partendo da via Tornabuoni 2 e poi allargandosi su Piazza Santa Trinita dove c’è l’ingresso del Museo che porta anche a visitare il pozzo di Beatrice, luogo del mito e dell’innamoramento di Dante. L’idea di un Museo è nata all’indimenticabile Wanda Ferragamo (scomparsa nel 2018), moglie di Salvatore che alla sua morte nel 1960 ha preso il timone dell’azienda e portato avanti i sei figli a ognuno dei quali ha affidato un compito, e della primogenita Fiamma Ferragamo di Sangiuliano, che per brevissimo tempo ha anche affiancato il padre nel lavoro per le calzature.

Due donne speciali che hanno prima riordinato l’Archivio Salvatore Ferragamo e poi iniziato a mostrare al mondo la genialità di Salvatore, cominciando dall’indimenticabile retrospettiva del 1985 a Palazzo Strozzi e poi dal 24 maggio 1995 con l’apertura del Museo a Palazzo Spini Feroni, meraviglia medievale che si affaccia sull’Arno e che è sempre la sede della maison. Motore e anima di questo illuminato progetto culturale è la direttrice Stefania Ricci, intellettuale aperta al mondo che ha esaltato come nessuno l’heritage della maison che dal 1927 Salvatore ha voluto trasferire da Hollywood a Firenze. "Ci sono uomini che hanno in sorte l’accelerazione vertiginosa dei tempi del successo e della vita. Salvatore Ferragamo appartiene a tale categoria", ha scritto Antonio Paolucci presentando il volume che racconta le tappe cruciali del Museo, premiando l’idea di Wanda e Fiamma le quali si sono affidate alla professoressa Cristina Aschengreen Piacenti.

Nelle sale del Museo si capisce, mostra dopo mostra, come le imprese non siano solo business ma anche un fatto culturale. Per Salvatore tutti i materiali usati nel suo lavoro sono ugualmente preziosi, e questo è un altro grande insegnamento per i giovani d’oggi, grazie alla maestria di chi li lavora. Ed ecco negli anni le esposizioni dedicate alle grandi dive che Salvatore ha calzato, da Audrey Hepburn a Greta Garbo, passando da Marylin Monroe, e ancora i suoi legami con l’arte e il territorio, la sua lezione di umiltà e visione, spaziando dal sughero all’oro zecchino. Una visita al Museo riempie gli occhi di bellezza e di speranza di futuro, grazie anche al lavoro della Fondazione Ferragamo presieduta da Giovanna Gentile Ferragamo.

In cartellone fino al 4 novembre c’è la retrospettiva sui 100 anni dall’apertura del primo negozio a Hollywood, l’Hollywood Bootshop, Salvatore Ferragamo 1898-1960, con la storia di Salvatore dalle prime foto in famiglia a Bonito, in Campania, ai primi successi americani e poi il trionfo internazionale: un intreccio tra privato e pubblico, tra star system e famiglia, che svela le passioni di Salvatore come quella per la lettura di testi scientifici, anatomici ed esoterici presenti nella libreria di casa e svelati dallo studio della storica Elvira Valleri.