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Chiavari, la bella polis del Tigullio: palazzi signorili e 5 chilometri di portici

Una città accogliente con i suoi locali e negozi. Il luogo ideale dove passeggiare e rilassarsi, in ogni stagione e non solo durante l’estate

di PAOLO GALLIANI -
11 marzo 2024
Piazza Mazzini nel centro di Chiavari

Piazza Mazzini nel centro di Chiavari

“Non è una città per frettolosi”, ripete Olga Bacigalupo con il piglio dell’imprenditrice consapevole che una buona attività commerciale debba contare sulla reputazione della località in cui si trova. Insomma, un’albergatrice a tutto tondo. Certo, facilitata dal privilegio di gestire un hotel di famiglia – il Monte Rosa – che fa del lusso garbato la sua cifra stilistica.

Ma è illuminante la generosità mentale con cui, sempre lei, si premura di raccontare il bello della sua amata Chiavari che prende forma all’esterno, in via Raggio, arteria incorniciata da rimandi alla geografia dei poteri un tempo trasferiti in questo angolo del Levante dai signori di Genova; e dal reticolo di portici che si distende per 5 chilometri, roba da fare invidia perfino a Bologna. Aggiungendo i nomi degli uomini di cultura e degli artigiani che secondo lei rappresentano al meglio la bella polis del Tigullio.

Panoramica di Chiavari dall'alto
Panoramica di Chiavari dall'alto

Come Franco Casoni, intagliatore e baluardo della manualità artistica. O come Giorgio ’Getto’ Viarengo, saggista controcorrente e alfiere dei beni artistici, con una sensibilità rara nel prestare chiavi di lettura sulla Chiavari di ieri e di oggi. Il viaggio si fa iniziatico tra i secolari palazzi dei Fieschi e dei Ravaschieri; e tra le chiese che punteggiano il paesaggio urbano come quella di San Giacomo di Rupinaro. In realtà, se c’è una liturgia che s’impone è lungo il caruggiu dritu, il caruggio diritto, strada maestra dello struscio incorniciata da botteghe e bistrot, dove rivedere i noiosi cliché sui liguri, chiusi e pure spigolosi. In realtà, è una goduria gironzolare per il centro storico stracolmo di umanità il giorno di mercato (il venerdì) o curiosare tra gli stand che il secondo weekend di ogni mese celebrano l’antiquariato. E se serve un po’ di quiete, basta salire al santuario della Madonna delle Grazie, per il suo bel ciclo di affreschi e per la vista panoramica.

Chiavari, piazza delle Carrozze
Chiavari, piazza delle Carrozze

Non prima di avere visitato il Parco di Villa Rocca che fa da sfondo alla fotogenica piazza delle Carrozze; ammirato le ville eclettiche su via Millo; e percorso il lungomare che porta a Preli e alla Torre Fara, colonia d’epoca fascista riconvertita in un ambizioso 4 stelle. Giusto per meritare una sosta a base di cioccolate e zabaioni caldi da ’Copello’, star della pâtisserie locale. O il diritto ad assistere a un concerto nella piazza di Nostra Signora dell’Orto a fianco di una cattedrale dal monumentale pronao a colonne.

La pasticceria Copello
La pasticceria Copello

Ovvio, non mancano le perplessità. Come quella che viene naturale davanti al Teatro Cantero chiuso da 5 anni, gioiello che si spera possa rinascere grazie ad un accordo tra i proprietari privati e il Comune. Tant’è. Se la Liguria sta cambiando, Chiavari lo sta facendo ancora di più, pur tenendosi stretto il suo turismo decisamente poco snob rispetto a quello di Portofino, Sestri Levante e Santa Margherita più gettonate dagli amanti del glamour. Per la gioia dell’assessore Gianluca Ratto impegnato a ridisegnare la narrazione che la città deve proporre per sfruttare meglio il proprio appeal. Ambizione argomentata con progetti importanti, come il restyling dello storico Lido. E con manifestazioni capaci di fare del 2024 un anno speciale, come l’Economic Forum Giannini che presto riunirà l’imprenditoria e la finanza del Tigullio.

In cerca di un finale da punto esclamativo, istintivo accomodarsi al Gran Caffè Defilla, salotto buono e luogo di appuntamenti che contano, dove in più occasioni si sono decise le sorti di Chiavari; e dove si sono tenuti incontri tra letterati, politici, amanti segreti o dichiarati. Locale dove concedersi un po’ di sana vanità, perdonabile anche in una città più portata alla laboriosità che all’ostentazione. Getto Viarengo lo ripete con simpatica ironia: “Ah, se le poltroncine del Defilla potessero parlare!”. Ma forse è meglio che non succeda. I luoghi affascinanti devono rimanere sempre un po’ misteriosi.

Le escursioni

Sbarco a Portofino
Sbarco a Portofino

Il nome ha una sua ufficialità: ’Servizio Marittimo del Tigullio’, anche se non dice tutto del ruolo del Consorzio presieduto da Bartolomeo Viacava che riunisce 7 società impegnate nel garantire i collegamenti fra le località balneari più interessanti del Levante. Peraltro, tutto l’anno, anche se, certo, la disponibilità dei battelli turistici in estate è superiore a quella attuale. Escursioni che anche in questo periodo tra inverno e primavera, è perfetto per ammirare dal mare la costa. Da Chiavari, partenze per San Fruttuoso e Portofino ma anche verso le Cinque Terre con stop a Portovenere e giro dell’Isola Palmaria. Info e prenotazioni: tel. 0185.284670 e traghettiportofino.it

Dove mangiare

Inutile cercare la ’stella Michelin’. A Chiavari per il momento con c’è. Ma poche altre città liguri (Genova esclusa) possono vantare una lista di buoni indirizzi gourmet altrettanto accreditati. Di qualità il ristorante del giovane chef Andrea Calamari all’hotel Monte Rosa (tel. 0185.300321, 50-60 euro). Per la cucina di mare, imperdibile il ristorante ’Da Felice’ (corso Valparaiso 136; tel. 0185.308016, 40-45 euro) di Marco Morandi, con piatti iconici firmati da Fabio Fara come i Tortelli di carciofi con ragù bianco di pesce e nocciole, i crudi fritti, cotti o marinati e la ’Buridda di seppie’. Infine, i gourmet (tantissimi i milanesi) hanno una devozione per il centralissimo ’Boccon Divino’

(via Entella 18; tel. 0185. 362964, 45-60 euro), il creativo bistrot di Oriano Daneri e Israel Feller che primeggia con il suo Cappon magro, il baccalà mantecato e le crudité di mare.