ROMA
Il presidente Biden ha dato segretamente l’ok agli ucraini (secondo Politico e altri media Usa) a utilizzare armi occidentali per colpire la Russia ma solo nell’area vicino a Kharkiv e non a lungo raggio. La decisione arriva mentre i ministri degli Esteri della Nato si ritrovano a Praga. "L’Ucraina continua a combattere coraggiosamente, ma le sfide che si trova a dover affrontare sono sempre crescenti: può ancora vincere ma solo con il sostegno continuo e robusto degli alleati della Nato", ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, in vista della riunione dei ministri degli Esteri Nato di oggi. Sostegno significa un flusso continuo di armi – Stoltenberg lavora a un piano da 40 miliardi di euro all’anno da finalizzare al vertice Nato di luglio – e intanto il via libera all’uso delle armi occidentali per colpire obiettivi militari in Russia.
L’eventualità fa imbufalire la Russia, che sa quanto possa incidere. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, evoca "piani di deterrenza nucleare" se gli americani "attueranno il dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio", mentre il portavoce del Cremlino. Un crescente numero di Paesi si sta però orientando per consentirlo, come hanno sollecitato Stoltenberg e l’Alto rappresentante per la Difesa e la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ma la chiave di volta sarà la scelta che farà l’America. Biden ci sta pensando e il segretario di Stato Usa Blinken ha fatto una apertura in tal senso. Intanto il Financial Times rivela che gli Stati Uniti sarebbero "vicini a chiudere un patto di sicuezza bilaterale con l’Ucraina che dovrebbe essere firmato a margine del G7 in Italia". Nessun impegno di intervento militare, ovviamente, ma una promessa di sostegno per l’addestramento militare, la condivisione dell’intelligence e l’assistenza economica. Un modo per dire a Mosca che Washington non si disimpegna. Stessa finalità del presidente francese Emmanuel Macron, che sta lavorando a una intesa con altri Paesi per addestrare i soldati di Kiev in Ucraina.
Tra i contrari al via libera all’uso in Russia delle armi occidentali c’è l’Italia ("Non invieremo alcun militare a combattere contro i russi in territorio ucraino, né potranno essere utilizzate armi italiane per colpire in territorio russo: lo impedisce la nostra Costituzione", ha ricordato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani) e naturalmente il Vaticano. La possibilità di utilizzare armi fornite dalla Nato anche sul territorio russo, ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, "potrebbe comportare un’escalation che nessuno potrà più controllare: è una prospettiva davvero inquietante".
Alessandro Farruggia