Ucraina-Russia: cosa vuole davvero Putin e perché l'invasione è un bluff (per ora)

Troppo alto il prezzo che Mosca dovrebbe pagare in termini di sanzioni. Dal 2017 l'invio di soldati russi è diventato un tabù

Roma, 14 febbraio 2022 - La guerra tra Ucraina e Russia, quella tradizionale fatta di armi visibili, di carri armati, di cannoni e anche di strumenti tecnologici più sofisticati e moderni come i droni rimarrà a lungo all’orizzonte. È probabile che il piano russo sia questo. Il prezzo che Mosca dovrebbe pagare è troppo alto, in termini di sanzioni o anche solo di esclusione dal sistema swift per i pagamenti bancari internazionali. Il giornale di Kiev "Kiyv Post" apre il suo notiziario con un titolo che conferma l’intenzione russa di non rompere il filo del dialogo.

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Eccolo: "Lavrov (il ministro degli esteri russo ndr.) ha detto che Putin dovrebbe continuare a parlare con l’Occidente, nonostante i colloqui finora non siano stati soddisfacenti". Diversi episodi degli anni più recenti confortano questa ipotesi. L’11 dicembre del 2017 parlando nella nuovissima base aerea di Hmeymim, nel governatorato siriano di Latakia, Vladimir Putin ha annunciato, tre mesi prima delle elezioni presidenziali del 2018, il ritorno a casa "di una parte significativa del contingente militare russo in Siria". La mossa era sicuramente popolare e da quel momento l’invio di soldati di Mosca è diventato un tabù.

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Da allora non sono state mandate all’estero truppe regolari, ma solo mercenari del "Gruppo Wagner", fondato e organizzato da Evgenij Prigozhin, un oligarca vicino al presidente russo. È successo in Libia, per appoggiare il generale Khalifa Haftar nell’offensiva contro la Tripolitania, e, di recente perfino in Mali, per evitare che Timbuctu fosse conquistata da gruppi di jihadisti.

Il presidente ucraino Volodimir Zelenskij non ha applicato parti sostanziose degli accordi di Minsk II del 2015. Il cessate il fuoco nel Donbass è stato violato più volte sia da Kiev sia dai separatisti filorussi delle Repubbliche di Donestk e di Lugansk. Mosca ora si rappresenta come sommo difensore di quelle popolazioni che parlano russo e che hanno in tasca passaporti rilasciati dalla Russia.

Kiev non ha concesso alle regioni orientali al centro della contesa il grado di autonomia concordato a Minsk e non ha sciolto, come si era impegnata a fare, i gruppi paramilitari di estrema destra che sono intervenuti nel Donbass nei momenti di maggiore tensione pesantemente armati e indossando elmetti con le svastiche delle Ss. Un quotidiano moscovita ripreso da Al Jazeera ha pubblicato titoli allarmistici e non veri come "Donetsk circondata" o "Horlivka tagliata fuori" o ancora "Truppe cibernetiche ucraine e Nato hanno già iniziato una nuova guerra nel Donbass".

Cosa vuole Putin

Il direttore dei servizi segreti all’estero Serghej Naryshkin, ampiamente citato dai media russi, accredita addirittura la notizia dell’arrivo sulla linea del fronte di "gruppi di guerriglieri jihadisti". La Russia continua a sostenere che non vuole invadere l’Ucraina, ma ha ammassato sul confine 130 mila soldati. Il suo vero obiettivo più che un’invasione è rendere l’Ucraina un’entità neutrale, confinarla in una terra di nessuno fra la Russia e la Nato per poi riannetterla almeno in parte, stimolando divisioni nel campo dell’Occidente. Attacchi cyber e la disinformazione prodotta dai molti troll agli ordini di Mosca potrebbero rendere la vita quotidiana degli ucraini un calvario e spingere investitori stranieri e oligarchi danarosi e emigrare in luoghi più tranquilli. Vladimir Putin ha fatto approvare al Parlamento una legge che gli consente di restare al vertice della federazione russa fino al 2036. Il tempo è, senza dubbio, la sua carta migliore.

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