Mancano pochi giorni alla Pasqua ortodossa, che verrà celebrata la prossima settimana. Ma per Russia e Ucraina non solo la pace è lontana, non ci sarà nemmeno una tregua festiva. A renderlo conto è stato il portavoce del Cremlino in persona, Dmitrij Peskov, spiegando che, in passato, Kiev aveva respinto ogni proposta di tregua da parte di Mosca. Attacchi e rappresaglie reciproche, che arrivano anche nelle sedi diplomatiche. L’Ucraina ha fatto sapere che non intende partecipare alle riunioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ora che la Russia ha la presidenza temporanea, a meno che non siano gravi importanti questioni di interesse nazionale.
L’iniziativa diplomatica internazionale prosegue a rilento, con Mosca che pone veti su alcuni Paesi, fra cui la Francia, accusata di essere parte attiva nel conflitto e quindi non idonea a mediare, mentre il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, sta cercando di ampliare il novero degli interlocutori e per questo ha chiesto di parlare con l’omologo indiano Narendra Modi. Secondo nuovi documenti sottratti al Pentagono e finiti sui social, i sistemi di difesa aerea ucraini starebbero esaurendo le munizioni e senza l’arrivo di ingenti forniture occidentali non saranno in grado di contrastare gli eventuali attacchi dell’aviazione russa, la cui forza sarebbe ancora intatta. Il condizionale è d’obbligo, perché, da parte Usa, è arrivata la denuncia che i documenti sono stati contraffatti proprio per fare apparire gli ucraini in una posizione di debolezza rispetto alle armate di Mosca.
Sul campo, la situazione è critica. Quella per Bakhmut è diventata una prova di logoramento per i due eserciti. La Russia sta cercando nuove leve da mandare al fronte. Nel Paese, ormai anche nelle grandi città, la propaganda per arruolarsi e andare al fronte diventa sempre più pressante. I soldati ucraini stanno cercando di respingere il nemico e di impedire una vittoria che avrebbe un valore strategico limitato, ma molto importante da quello simbolico.
Ma da qualche settimana hanno una nuova freccia al loro arco. Le forze speciali Seneca, composte veterani, militari professionisti, specialisti tecnici e appassionati uniti nell’uso delle moderne tecnologie di combattimento stanno cercando di creare un vantaggio tattico alla prima linea. Per farlo, liberano in aria droni servendosi dei piani alti degli edifici. L’obiettivo è quello di stanare i russi e indicare gli obiettivi più importanti all’artiglieria, in modo tale da andare a colpo sicuro.
La compagnia Seneca fa parte della 93esima brigata Kholodny Yar e conta circa 150 persone. Si tratta di volontari, che hanno deciso di arruolarsi dopo aver perso un parente o un amico al fronte. Il più giovane ha 18 anni, i più anziani sono sulla cinquantina e non vogliono che i loro figli rivivano la violenza del 2014 e l’orrore di questa guerra.
Ci si arrangia con quello che si ha, vengono impiegati droni che in Italia si usano per filmare matrimoni o produrre video. Qui servono a fare la guerra e a dare un contributo alle truppe di terra che potrebbe rivelarsi vitale per la vittoria del conflitto, dove, a decidere il risultato, sarà non solo lo sforzo militare, ma anche l’abilità tecnologica. Stanare i combattenti russi significa dare una svolta al conflitto.