Venerdì 17 Maggio 2024

Scozia, si dimette il premier Humza Yousaf: cosa è successo. Fatale lo stop al piano taglia Co2

Il leader indipendentista lascia prima del voto di sfiducia in parlamento a Edimburgo e dopo l’addio dei Verdi alla maggioranza

Scozia, il primo ministro Humza Yousaf (Ansa)

Scozia, il primo ministro Humza Yousaf (Ansa)

Roma, 29 aprile 2024 - Terremoto politico in Scozia. Dopo rumors, smentite e annunci, arrivano oggi le dimissioni del primo ministro Humza Yousaf, leader del partito indipendentista Snp. L’ormai ex premier ha comunicato la sua decisione nel corso di una conferenza stampa a Edimburgo.

Lascia così la guida dell'esecutivo locale dopo soli 13 mesi dalla sua nomina e prima di affrontare questa settimana il voto in due mozioni di sfiducia presentate dagli esponenti d'opposizione del partito conservatore e da quelli laburisti.

Dopo la fine dell’alleanza tra Snp e Verdi scozzesi, Yousaf non avrebbe quasi sicuramente retto alla conta dei voti nell'assemblea parlamentare di Holyrood.

A far saltare il 'Bute House Agreement', l’accordo di maggioranza con i Verdi, è stata la decisione del premier di annullare i piani per ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 75 per cento, rispetto ai livelli del 1990.

Yousaf nei giorni scorsi sembrava non voler mollare, convinto di poter guidare comunque un governo di minoranza senza i Verdi, che lo hanno accusato di ''svendere le generazioni future'' a spese del clima.

L'Snp conta 63 seggi sui 129 nel Parlamento di Edimburgo, decisivo sarebbe stato il sostegno della deputata dell'Alba Party, Ash Regan, partito nazionalista che si era formato lo scorso ottobre in seguito a una scissione dal partito al governo. Ma Yousaf ha deciso di lasciare prima di andare alla conta, forse intuendo che poteva essergli comunque fatale. 

I 13 mesi di Yousaf

Leader più giovane alla guida del SNP, Humza Yousaf non è riuscito a voltare pagina dopo l’era Sturgeon. Salito al potere nel 2023, a 37 anni, elogiato per le sue capacità comunicative, in grado di unire il partito, verrà ricordato per i numerosi scontri con Londra durante i suoi 13 mesi alla guida della Scozia. A vuoto la sua battaglia sulla legge sul cambio di genere, bloccata infine dal governo britannico. Yousaf si è distinto anche per la sua posizione anti Israele sulla “catastrofe umanitaria a Gaza”, nonché sull'autorizzazione di un grande progetto petrolifero nel Mare del Nord.

Con la dimissione del leader si aggrava ancora di più la crisi dell'Snp, già segnato dallo scandalo riguardante la gestione finanziaria interna che ha travolto l'anno scorso la ex first minister, mentre il suo successore è riuscito a resistere alla guida della compagine indipendentista per poco più di un anno. I problemi non sono solo a livello locale ma anche a quello nazionale: il partito, che conta 43 deputati nel Parlamento di Londra, è minacciato da un forte ritorno del Labour nella nazione più a nord del Regno Unito con le elezioni politiche in calendario entro la fine dell'anno.

La lotta dell’Snp per l'autodeterminazione scozzese, del resto, è finita in un vicolo cieco da quando, alla fine del 2022, la Corte Suprema britannica ha stabilito che solo il governo di Londra può autorizzare un nuovo referendum. L'ultima votazione, nel 2014, è stata vinta dal "no" con il 55%. Nel sistema politico britannico, il governo scozzese ha giurisdizione su molti settori, come l'istruzione, la sanità, la giustizia e l'ambiente, mentre Londra mantiene soprattutto la difesa e le relazioni diplomatiche.

La parabola dell’ex first minister

Nato a Glasgow, figlio di un immigrato pakistano arrivato negli anni '60 nella città portuale dell'ovest della Scozia, si laurea in scienze politiche prima essere eletto per la prima volta al parlamento scozzese nel 2011.

Nominato ministro per l'Europa e lo Sviluppo Internazionale e ministro dei Trasporti, viene quindi  promosso alla Giustizia nel 2018, e alla Salute nel maggio 2021. Dopo essere diventato leader del SNP l'anno scorso, ha ricordato il ruolo dell'immigrazione rendendo omaggio ai suoi nonni. "Ci ricorda che dovremmo (...) celebrare sempre gli immigrati che contribuiscono cosi' tanto al nostro Paese", ha aggiunto, con una frecciatina appena velata al governo britannico che sta inasprendo le condizioni di asilo nel Regno Unito. Sua moglie, Nadia El-Nakla, è di origine palestinese. Per quattro settimane lo scorso ottobre i suoceri di Humza Yousaf erano rimasti bloccati a Gaza dove si trovavano per far visita alla nonna della moglie. Un periodo che il leader dell'SNP ha poi definito le settimane più difficili della sua vita.