Giovedì 2 Maggio 2024

Sangue infetto in Gran Bretagna, inchiesta choc: bimbi usati come cavie negli anni ‘70 e ‘80

Molti dei piccoli contagiati da epatite C e Hiv, furono inclusi in una sperimentazione a insaputa dei loro genitori

Trasfusioni di sangue illegali sui bambini al centro dell'inchiesta

Trasfusioni di sangue illegali sui bambini al centro dell'inchiesta

Londra, 19 aprile 2024 – I risultati scientifici a scapito della salute dei pazienti. È quanto rivela la Bbc in merito a quello che è stato definito lo “scandalo del sangue infetto”, un’inchiesta pubblica il cui rapporto finale è previsto per il 20 maggio. La vicenda, che risale agli anni ‘70 e ‘80, è relativa a una sperimentazione che ha interessato diversi ospedali del servizio sanitario nazionale (Nhs) della Gran Bretagna. Tra le vittime migliaia di persone, bambini inclusi, che soffrivano di problemi di coagulazione e venivano usati come “cavie da laboratorio” sebbene spesso le famiglie non avessero acconsentito alla loro partecipazione.

La maggior parte dei bimbi sono ormai morti, molti a causa dell’iniezione del Fattore VIII, un fattore anti-emofiliaco che arrestava il sanguinamento ma i cui campioni erano contaminati da virus. Una pratica portata avanti per circa 15 anni con conseguenze catastrofiche per i ‘pazienti’, molti dei quali hanno contratto l’epatite C o l’Hiv. Questo anche a causa del massiccio import di emoderivati dagli Stati Uniti, vista la carenza che vi era nel Regno Unito. In questo caso, però, spesso i donatori erano soggetti ad alto rischio (detenuti, tossicodipendenti o prostitute), affetti appunto da epatite C e Hiv.

Il caso di Luke

Tra i bambini coinvolti in questi esperimenti c’era Luke O’Shea, oggi 42 anni. Affetto da emofilia, una malattia che impedisce la coagulazione del sangue e rende più frequenti le emorragie, nel 1985 venne ricoverato al Middlesex Hospital di Londra per un taglio alla bocca. I documenti, visionati dalla Bbc, mostrano come gli sia stato somministrato deliberatamente il Fattore VIII, nonostante i dottori sapessero che sarebbe potuto essere infetto, in modo che il piccolo potesse essere coinvolto in un test clinico. Il medico voleva scoprire quante probabilità avevano i pazienti di contrarre malattie a causa di una nuova versione del Fattore VIII trattato termicamente. Sebbene non fosse mai stato curato prima per la sua condizione, a Luke fu somministrato il Fattore VIII per fermare l'emorragia dalla bocca. 

"Ero una cavia sottoposta a degli studi clinici che avrebbero potuto uccidermi – ha detto l’uomo alla Bbc –. Non c'è altro modo per spiegarlo: il mio trattamento è stato cambiato in modo da poter essere arruolato in studi clinici. Questo cambiamento nel farmaco mi ha causato una malattia mortale - l'epatite C - ma a mia madre non è mai stato nemmeno detto". I documenti rivelano che Luke contrasse la malattia nel 1993, ma i dottori, nonostante sapessero, glielo comunicarono solo nel 1997. Secondo l’inchiesta, infatti, i medici che portavano avanti la sperimentazioni preferirono ottenere risultati scientifici a scapito della sicurezza dei pazienti stessi. O’Shea oggi è guarito dall’epatite C. 

Coinvolta anche una scuola

Tuttavia, le prove degli studi clinici hanno sollevato preoccupazioni più ampie. "Un paziente dovrebbe sempre ricevere il miglior trattamento possibile e dovrebbe sempre aver dato il consenso informato: se questi due fattori non fossero stati raggiunti, uno studio sarebbe stato visto come molto problematico", ha affermato la professoressa di diritto sanitario dell’Università di Durham, Emma Cave

Il professor Edward Tuddenham, medico specializzato in emofilia presso il Royal Free Hospital negli anni '80, ha confermato questi timori. Quando gli è stato chiesto se pensava che gli standard etici fossero stati rispettati durante gli studi clinici negli anni ’80, ha semplicemente risposto: “No”.

L’inchiesta della Bbc rivela che in questa sperimentazione è stata coinvolta anche una scuola: il Treolar College, frequentato da un gran numero di bambini emofiliaci. Nell’istituto era presente un presidio dell’Nhs che aveva lo scopo di curare i bambini con piccole ferite per permettere loro di tornare subito a lezione. Il medico di quel presidio, il dottor Anthony Aronstam, ormai deceduto, ha utilizzato quello speciale gruppo di ragazzi per ampi studi clinici, sfruttando la cosiddetta profilassi. L’esperimento prevedeva di iniettare una quantità di Fattore VIII da tre a quattro volte superiore a quella normalmente richiesta da un bambino per vedere se questo avrebbe ridotto il numero di emorragie. Anche in questo caso le alte concentrazioni di campioni di sangue infetto sono state somministrate ai ragazzi senza il loro consenso o quello dei loro genitori.

Dei 122 alunni che frequentavano il College tra il 1974 e il 1987, 75 sono morti fino ad adesso a causa dell’epatite C o dell’Hiv.

Documenti, da poco pubblicati, mostrano come, nel 1973, il governo fosse a conoscenza dei test condotti al Treolar e ne coprì anche alcune spese. L’istituto dell’Hampshire ha rilasciato un comunicato in cui fa sapere di attendere "la pubblicazione dell'inchiesta sul sangue infetto, che speriamo possa fornire ai nostri ex alunni le risposte che stavano aspettando".