L’hanno fatto. Teheran ha lanciato almeno tre ondate di droni – almeno 100-120 droni ogni ondata – verso Israele. Secondo fonti americane il numero dei droni potrebe essere anche superiore: tra i 400 e i 500. Alla prima ondata partita attorno alle 22.30 ora locale (le 21.30 italiana) ne è seguita una seconda un’ora dopo, quindi una terza. I droni sono lenti, così da una prima stima l’ondata iniziale era attesa in Israele attorno le 7-7.30 ora locale e gli analisti militari prevedevano che attorno alle 5-5.30 del mattino venissero lanciati anche missili da crociera, che dall’Iran impiegano circa due ore per raggiungere Israele e quindi, dopo le 7, anche una ondata di missili balistici, che impiegano appena 12 minuti. In realtà una seconda stima ha anticipato il possibile arrivo dei primi droni alle una di notte ora locale. A conferma, il fatto che l’Iran avrebbe lanciato attorno alle mezzanotte israeliana anche dei missili da crociera. L’obiettivo iraniano è quello di “saturare“ la pur formidabile difesa aerea israeliana. Per questo, con la collaborazione degli americani, gli israeliani hanno chiuso lo spazio aereo (e cosi Iraq, Libano e Giordania) e hanno lanciato decine di jet per cercare di abbattere in volo – in particolare su Iraq, Siria e Giordania – il maggioro numero possibile di droni prima che raggiungano lo spazio aereo di Israele: l’obettivo è di evitare la saturazione.
A complicare la situazione il fatto che lanci di droni sono segnalati anche dal Libano meridionale, ad opera di Hezbollah e dallo Yemen. Israele sta quindi affrontando un attacco concentrico, con un gran numero di obiettivi per le sue forze missilistiche e per difendersi avrà bisogno delle forze aeree e missilistiche americane. Per questo da venerdì gli americani avevano spostato nel nord nel Mar Rosso la portaerei Eisenhower. Almeno quattro caccia americani e due francesi sono decollati dopo l’attacco lanciato dall’Iran a Israele e si sono diretti verso lo spazio aereo iracheno.Anche i giordani hanno lanciato due aerei e attivato le batterie antiaeree. E’ stata una notte, letteralmente, di caccia al drone. E non solo perchè gli aerei israeliani hanno effettuato anche decine di sortite contro obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale e centrale. Allo stesso tempo Israele ha fatto decollare l’“air force one“ israeliano, per mettere al sicuro il premier Neytanyahu, e ha predisposto i piani per la risposta. Ma con ogni probabilità attenderà l’esito dell’ondata di attacchi iraniani per decidere come e quanto colpire.
Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha confermato ieri sera che "l’attacco iraniano è iniziato con il lancio di dozzine di droni verso Israele". Poi ha sottolineato che "ci vorranno diverse ore per arrivare in piena attività, ma la difesa non è impenetrabile,". Anche i Guardiani della rivoluzione iraniani hanno confermato l’attacco.
Ieri, mentre preparava l’attacco, l’Iran ha condotto una azione “asimmetrica“ sequestrando una portacontainer portoghese operata dalla italo-svizzera MSC, che transitava nello streto di Hormuz. Ad effettuare l’azione è stata una unità della Sepah Navy Special Force, che è parte della Guardia islamica rivoluzionaria. I commando sono partiti dalla loro base nell’isola di Farur – di frontr allo Istretto di Hormuz – e a bordo di un elicottero da trasporto MI17 hanno raggiunto, 92 km a nordest di Fujairah, Emiati Arabi, una nave battente bandiera portoghese, calandosi a bordo e prendendone il controllo. Illesi ma prigionieri i 25 uomini del’equipaggio. "Una nave portacontaine legata al regime sionista, è stata sequestrata dalle Forze Speciali della Marina" ha riferito Irna, l’agenzia statale iraniana. Giustamente furiosi gli israeliani. Ma lo scenario oggi è ben peggiore: un scenario di guerra.