Mercoledì 2 Ottobre 2024
FRUZSINA SZIKSZAI
Esteri

In Cina rinascono le milizie aziendali: lo spettro di guerre, disordini sociali e una nuova pandemia

Le grandi aziende – non solo di Stato – ricreano gli eserciti di volontari. Sullo sfondo la crisi economica, il Covid e le tensioni con Taiwan. Cosa sono i Dipartimenti del Popolo, proliferati con Mao e scomparsi a fine anni ‘70

Il gruppo Yili, che produce latticini, è tra i colossi privati cinesi che hanno creato una brigata aziendale (Afp)

Il gruppo Yili, che produce latticini, è tra i colossi privati cinesi che hanno creato una brigata aziendale (Afp)

New York, 21 febbraio 2024 – Almeno 16 grandi aziende cinesi hanno creato i propri eserciti volontari nell’ultimo anno. È quanto emerge da un’inchiesta della Cnn, che sottolinea che si tratta di un fenomeno raramente visto dagli anni ’70 ad oggi. Secondo gli analisti, il ritorno delle brigate aziendali è una risposta alla pandemia di Covid-19, e fa parte della strategia del leader cinese Xi Jinping per rafforzare il controllo del Partito Comunista sulla società, comprese le imprese. Il fenomeno evidenzia anche le crescenti preoccupazioni di Pechino per i potenziali conflitti all’estero e per i disordini sociali causati del rallentamento dell’economia.

Cosa sono i Dipartimenti del popolo 

I cosiddetti ‘Dipartimenti delle forze armate del popolo’ sono composti da civili che mantengono anche il loro lavoro regolare e agiscono come forza di riserva e ausiliaria per l’esercito cinese, il più grande del mondo. Queste unità sono disponibili per missioni come la risposta ai disastri naturali, il mantenimento dell’ordine sociale o il supporto in tempo di guerra, e al momento non operano al di fuori della Cina. Sono simili alla Guardia Nazionale degli Stati Uniti, un corpo speciale dell’esercito americano formato da riservisti.

Non solo aziende di Stato

La maggior parte delle aziende che finora hanno annunciato la formazione di milizie è di proprietà diretta dei governi centrali o regionali. A dicembre, tuttavia, si è aggiunto anche il gruppo Yili, il quinto produttore di latticini al mondo: è diventata la prima grande azienda cinese a controllo privato nella storia recente del Paese a creare un’unità del Dipartimento delle forze armate del popolo. Un portavoce del Ministero della Difesa ha dichiarato che la spinta alla creazione di milizie presso le aziende era finalizzata a “rafforzare lo sviluppo della difesa nazionale”.

L’epoca d’oro con Mao

Le milizie sono sempre state un elemento chiave dell’esercito cinese, ma la loro ‘epoca d’oro’ risale all’era maoista, dal 1949 al 1976. Verso la fine degli anni ’50, quando la tensione tra Usa e Cina era altissima per la questione di Taiwan, contavano 220 milioni di membri. Dopo la morte di Mao Zedong, l’attenzione di Pechino si è spostata alla crescita economica, e i membri delle milizie sono crollati a 8 milioni nel 2011.

La pandemia Covid, la crisi economica e la tensione con Taiwan

Il ritorno delle brigate aziendali arriva in un momento difficile per la Cina. L’economia del colosso asiatico sta affrontando una miriade di sfide: la flessione record del settore immobiliare, l’aumento della disoccupazione giovanile, la pressione deflazionistica, la crescita delle insolvenze aziendali, e così via. A causa della crescente frustrazione, le proteste e gli scioperi sono più che raddoppiati rispetto al 2022, e risultano sempre più difficili da ‘gestire’ per le autorità cinesi. Secondo Timothy Heath, ricercatore senior della Rand Corporation, citato dalla Cnn, la pandemia Covid avrebbe spinto a cercare nella società “organizzazioni e forze che potrebbero aiutare a gestire e coordinare le risposte alle principali emergenze nazionali”. 

Per Willy Lam, membro senior della Jamestown Foundation, con l’istituzione di queste milizie Pechino potrebbe prepararsi anche un’eventuale invasione di Taiwan. Xi Jinping ha dichiarato in passato che la “riunificazione” con la Cina continentale “è un’inevitabilità storica”. Lam ha aggiunto che “se sempre più cittadini diventano membri delle unità, il sentimento nazionalistico della popolazione presumibilmente aumenterà”.