Venerdì 4 Ottobre 2024
ANTONIO DEL PRETE
Esteri

La strage dei volontari. Israele chiede scusa ma il mondo si indigna. Gantz: voto anticipato

L’esercito dello Stato ebraico: sbaglio dovuto all’identificazione notturna. L’analista militare: "Ipotesi non credibile, da chiarire i tempi dell’attacco". Il ministro centrista si smarca da Netanyahu e propone elezioni a settembre.

La strage dei volontari. Israele chiede scusa ma il mondo si indigna. Gantz: voto anticipato

La strage dei volontari. Israele chiede scusa ma il mondo si indigna. Gantz: voto anticipato

Errore o dolo? Dalla risposta a questa domanda discende una conseguenza moralmente e giuridicamente pesantissima. Nel caso in cui il bersaglio fosse stato scelto lucidamente dall’esercito israeliano, infatti, la strage dei volontari di Gaza sarebbe un crimine di guerra. "Un doppio crimine di guerra", puntualizza Gastone Breccia, docente dell’Università di Pavia, tra i massimi esperti di storia militare.

LA DINAMICA

Per sciogliere il nodo bisogna ricostruire i fatti partendo dai punti fermi. Di certo c’è che le forze armate dello Stato ebraico (Idf) hanno ucciso sette cooperatori dell’organizzazione non governativa World Central Kitchen. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, che cita fonti Idf, lunedì il convoglio ha appena scortato un camion di aiuti verso un magazzino di Deir al Balah, nella zona centrale della Striscia. Si sta muovendo da Nord verso Sud lungo un percorso concordato in anticipo con i militari occupanti, quando il comando ordina al pilota di un drone di colpire una delle auto. Nel panico, le persone che sono a bordo si gettano dal veicolo per salire in fretta su uno degli altri due mezzi. Ma poco dopo, a 800 metri di distanza, un secondo missile centra anche la seconda vettura. Quindi la terza si avvicina per caricare feriti e sopravvissuti. Giusto il tempo di percorrere circa un chilometro e mezzo che pure la terza auto viene presa di mira. È la fine. Le tre macchine sono ferme, i sette volontari morti.

LE SCUSE DI ISRAELE

"È stato uno sbaglio seguito ad una cattiva identificazione notturna nel corso di una guerra in condizioni molto complesse", si scusa il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi. "Non sarebbe dovuto accadere", aggiunge. Un errore, dunque. Ma è davvero così? "Io non credo che gli israeliani volessero colpire una Ong – ragiona Breccia –, però bisogna chiarire se le auto del convoglio umanitario siano state colpite insieme oppure in successione: in questo caso siamo al limite del dolo". In un primo momento si era parlato di una soffiata sulla presenza di miliziani di Hamas a bordo, eppure l’Idf chiama in causa il buio. "Halevi è poco credibile – sostiene l’esperto militare –, i sistemi che usano in questi casi non hanno problemi di identificazione notturna". "Si arrampica sugli specchi – prosegue il docente –, le macchine della Ong sono state considerate obiettivi utili, voglio credere per l’errata informazione sulla presenza di miliziani".

L’IPOTESI INQUIETANTE

E se non fosse così? È possibile che non sia stato un errore? Breccia non si sente di escluderlo: "Il sospetto è lecito, in questo caso sarebbe un doppio crimine di guerra". "Il primo – spiega – per l’atto di colpire organizzazioni protette da convenzioni internazionali; il secondo per il fine ultimo, cioè scoraggiare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, usare l’arma della fame".

LA CONDANNA DEL MONDO

Comunque siano andate le cose, Israele è sempre più isolato. Joe Biden si dice "indignato e affranto", la Polonia convoca l’ambasciatore israeliano per chiarimenti. E Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, dichiara che "gli operatori umanitari uccisi in questo conflitto salgono a 196, questo è inconcepibile".

I CENTRISTI

CHIEDONO LE ELEZIONI

I problemi per il premier Benjamin Netanyahu arrivano anche dal fronte interno, dove aumenta la partecipazione alle manifestazioni che chiedono il voto anticipato. Un obiettivo che da ieri si intesta il leader centrista Benny Gantz, ministro del gabinetto di guerra fresco di investitura americana. "Dovremmo concordare una data del voto generale per settembre prossimo", dice dall’alto di un consenso che lo vede primeggiare in tutti i sondaggi. Al contrario di Bibi, che ha legato a questo conflitto la sua sorte politica.