“Guerra al tabacco”: è lo slogan lanciato dal ministro della Sanità francese Aurélien Rousseau. Prima misura annunciata, l’aumento del prezzo delle sigarette: oggi un pacchetto costa in media 11 euro, nel 2025 passerà a 12, nel 2026 a 13, e via dicendo. Seconda misura, estendere il numero degli spazi vietati al fumo: oltre ai locali pubblici, agli aeroporti, ai ristoranti, cinema e teatri, la sigaretta sarà al bando anche in spiagge, parchi, giardini e nei pressi delle scuole, come già avviene in molte città Usa, del Canada e dell’Inghilterra. La norma sarà operativa già l’anno prossimo con l’emanazione di un apposito decreto governativo: le trasgressioni verranno punite con multe da 68 euro in su. La terza misura presentata da Rousseau prenderà di mira, non si sa bene come e quando, le sigarette elettroniche gettabili, i cosiddetti “puffs” che vanno di moda fra gli adolescenti per i loro imballaggi vistosamente colorati e gli aromi caramellosi che sprigionano.
Con 75mila morti l’anno (200 al giorno) dovuti al tabagismo, la Francia è il paese che paga il tributo più alto in Europa: in Italia, tanto per fare un esempio, le vittime sono 43 mila l’anno. Di qui l’impegno preso dal governo di Macron per tentare una battaglia che finora tutti i precedenti ministri della Sanità hanno perso: dopo i primi risultati incoraggianti dovuti al divieto della pubblicità delle sigarette in TV e alla radio (1976) e alla legge Evin che ne proibiva la vendita ai minori (1991), il numero dei consumatori di tabacco è rimasto stabile sui 12 milioni, un quarto della popolazione fra 18 e 75 anni. "Un pacchetto di sigarette deve costare come minimo 16 euro. È l’unico deterrente efficace. Bisogna applicare pene più severe verso i tabaccai che vendono sigarette ai minorenni", commenta Loic Josseran, presidente del movimento Alleanza contro il tabacco. E ironizza: "Fra una dozzina di ostriche a 12 euro e un pacchetto di sigarette a 16 euro, io so cosa scegliere"…