Ha conosciuto il comico prima del presidente, la copertina di Vogue prima della guerra. È sempre stata lei a metterci la faccia quando si è trattato di attirare l’attenzione su temi sociali. E oggi Olena Zelenska, in un’intervista alla Bbc, prova a dire con parole sue quello che il marito Volodymyr Zelensky evidentemente non ha spiegato con sufficiente chiarezza: "Se il mondo si stanca di aiutarci ci lascerà morire". Il mondo distratto da un’altra guerra, non più appassionato come agli inizi da un conflitto che non lascia intravedere sbocchi. Nella conversazione con l’emittente britannica, che andrà in onda oggi, la moglie del leader di Kiev esprime forte preoccupazione per il ritardo degli aiuti dopo che i senatori repubblicani Usa hanno bloccato un disegno di legge che prevedeva ulteriori 60 miliardi di dollari all’Ucraina. "Abbiamo davvero bisogno di aiuto. Non possiamo stancarci, perché se lo facciamo – è l’appello della first lady – moriamo". Detto da lei, presa alle spalle dalla Storia e sbattuta in prima linea con i suoi 45 anni e il sorriso da pubblicità, fa un certo effetto.
Olena Zelenska in patria è diventata un’eroina nei primi giorni dell’invasione, quando da una località segreta faceva partire messaggi di incoraggiamento via social al popolo. Migliaia di follower su Instagram pendevano dai suoi post nell’ora più buia: "Sono la moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ci siamo sposati nel 2003. Nel 2004 è nata nostra figlia Aleksandra e nel 2013 nostro figlio Kiril. Sono una scrittrice e un architetto. E sono anche sotto la minaccia di morte del signor Putin". Dopo il presidente, era la sua la seconda testa che doveva saltare nella logica del nemico. Però restava ottimista: "Non cadrò nel panico né scoppierò a piangere – scriveva - I miei bambini mi guardano e resterò vicino a loro e a mio marito. Ma anche accanto a voi. Vi amo e amo l’Ucraina".
Come non volerle bene. E piaceva anche fuori, così incongrua nel contesto, arguta e bellissima nella copertina che Vogue le aveva dedicato nel 2019. Una nemesi implacabile per la ragazza che avrebbe preferito stare dietro le quinte, mettere solo la firma sugli sketch comici del marito. Madame Zelensky ammetteva di sentirsi a suo agio nell’ombra, di essere il tipo che alle feste va di controvoglia e scappa quando arriva l’ora della barzelletta. Il ruolo l’aveva scaraventata in tailleur pastello davanti a molti capi di stato, ed era solo l’inizio. Quando incontrò il futuro marito all’università – lui giurisprudenza, lei architettura – era già fidanzata con un altro e furono necessari otto anni di assedio per farla capitolare. Gli perdonò di avere scoperto che aveva intenzione di candidarsi solo attraverso i social. "Perché non mi hai detto niente?". "Me ne sono dimenticato". Era contraria: "Per me non si trattava solo di un bel progetto, ma di un cambio di direzione radicale della nostra vita". Non immaginava fino a che punto.