Skorbim, piangiamo. La Russia è tappezzata da insegne luminose e cartelli che riportano questa semplice parola sotto a una candela accesa. Nel Paese sono spuntati centinata di memoriali spontanei, con tante persone che hanno voluto depositare un fiore, un biglietto, un lume. Un clima di sommesso cordoglio, un popolo che sembra non aver ancora realizzato completamente cosa sia successo ed è in balìa delle televisioni nazionali, che per lungo tempo hanno ignorato la notizia, e i canali Telegram dove, come sempre, si trova di tutto, da fonti con informazioni selezionate e verificate a bacheche piene di dietrologia. Un dolore profondo, che potrebbe trasformarsi in rabbia e che quindi va indirizzato verso la causa che il governo centrale ritiene più utile e che, con poca fantasia è l’Ucraina.
Fin dai primi minuti dopo l’attentato il Cremlino ce la sta mettendo tutta per alimentare la fiamma e fare in modo che il fuoco arrivi in Ucraina. I primi a iniziare sono stati lo speaker della Duma, Vjacheslav Volodin e l’ex presidente, Dmitrij Medvedev. La loro ricostruzione non lascia spazio a dubbi: la colpa è dell’Ucraina. Nonostante sia arrivata una rivendicazione da parte dello Stato Islamico, dal Cremlino è giunto l’ordine di continuare a forgiare la realtà a favore della sua convenienza. Non solo il presidente Putin, che nel suo discorso, pur di tirare in mezzo Kiev, ha detto che i terroristi stavano scappando verso il confine, come se il confine fosse facile da attraversare. Anche la direttrice di Russia Toda, la turboputiniana Margarita Simonyan, ha parlato di responsabilità ucraine nell’attentato. Il sito investigativo Meduza ha rivelato che molte redazioni hanno ricevuto pressioni da parte del Cremlino perché, pur in presenza di una rivendicazione dello Stato Islamico, si desse comunque ampio spazio anche alla pista ucraina. Segno che la piazza Rossa ha bisogno di nascondere la sottovalutazione del rischio terroristico da parte dell’intelligence e che non c’è miglior modo per farlo che alimentare l’astio verso il nemico che fa più comodo al momento e che viene riconosciuto come tale dalla popolazione.
A Kiev lo sanno benissimo e si sono fatti trovare pronti all’ennesimo tentativo di falsificazione della realtà di Mosca perché, alla fine, la guerra non lineare russa sono quelli che la conoscono meglio. "Putin e i suoi scagnozzi stanno solo cercando di incolpare qualcun altro... – ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelenski in un discorso diffuso sui social – È già successo prima. Ci sono state case fatte saltare in aria, sparatorie, esplosioni e incolpano sempre gli altri". Le accuse russe e le dichiarazioni di Putin, come si può facilmente immaginare, sono state le notizie principali su tutti i quotidiani on line per molte ore. Se però il popolo russo è ancora stretto nella morsa del dolore, quello ucraino, dai commenti sui social, non solo non crede a una sola parola, teme che il capo del Cremlino cercherà comunque il modo di prendersela con il loro Paese. Per questo, l’allerta è altissima.
Marta Ottaviani