Due ostaggi liberati in un massiccio raid israeliano che ha fatto un centinaio di morti palestinesi. Ma anche tre ostaggi israeliani che, secondo Hamas, sarebbero rimasti feriti in precedenti attacchi e che ieri sarebbero morti.
Netanyahu conferma il suo approccio muscolare e ribadisce che "solo una costante pressione militare, fino alla vittoria totale, ci porterà alla rilascio di tutti i nostri ostaggi". In realtà, a fronte del blitz di ieri andato a buon fine e di quello ad ottobre che liberò la soldatessa Ori Megidish, in un caso un blitz è fallito con la morte dell’ostaggio e in un altro tre ostaggi che si erano liberati da soli sono stati uccisi per errore dall’esercito Idf.
Il nascondiglio dove erano tenuti Fernando Marman, 61 anni e Louis Har, 70 anni, entrambi israeliani di origine argentina, rapiti del kibbuz di Nir Yiyzhak assieme alla sorella del primo e compagna del secondo e a una terza sorella con la figlia, tutte liberate, era noto da settimana e già in due occasioni stava per scattare il blitz. Si è infine deciso per la scorsa notte. ll raid ha coinvolto le unità di elite antiterrorismo Yamam della polizia, un nucleo dello Shin Bet e soprattutto uno di forze speciali dell’Idf: il ben noto commando Shyetet 13, gli incursori della Marina.
"Alle 01.49 – ha spiegato il capo di Stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi – le forze israeliane hanno fatto irruzione con degli esplosivi nell’appartamento al secondo piano di una palazzina dove erano detenuti i due ostaggi. I tre carcerieri sono stati immediatamente uccisi". Il capo della Yamam ha detto al quotidiano Haaretz che gli ostaggi "sono stati portati via dal secondo piano con l’aiuto di corde" e che "entrambi hanno partecipato attivamente". Esattamente un minuto dopo l’irruzione, quando gli ostaggi erano appena stati portati fuori, dall’edificio accanto un gruppo di terroristi di Hamas ha aperto il fuoco verso i 12 uomini del commando israeliano e i due ostaggi. "L’Aeronautica è allora intervenuta e ha colpito intensamente l’edificio vicino e alcuni adiacenti", ha detto il contrammiraglio Hagari.
A seconda delle fonti si parla tra 67 e 100 morti, secondo Hamas, soprattutto civili. Le case distrutte sarebbero 14. Gli ostaggi sono stati messi su due blindati della settima brigata corazzata scortati da elicotteri d’attacco e durante l’evacuazione un pickup di Hamas ha tentato di raggiungerlo per colpirlo con razzi Rpg, ma è stato fatto saltare in aria da uno degli elicotteri d’attacco. Giunti in zona sicura sono stati fatti salire su un Black Hawk e portati al centro medico Sheba di Ramat Gan dove sono stati trovati in buone condizioni.
Nell’intera operazione, durata un’ora e mezza e seguita nella war room dello Shin Bet dal premier Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Yoav Gallant, solo un soldato è stato leggermente ferito. Mentre l’Iran ha minacciato una risposta nel caso di attacchi a Rafah, in un agguato con un missile anticarro lanciato contro un gruppo di militari che stava riposandosi, Hamas ha ieri sera ucciso tre soldati israeliani e ne ha feriti altri dieci, portando il totale delle perdite israeliane a 566 soldati, a fonte di, secondo il portavoce israeliano Eylon Levi, "oltre 12mila terroristi uccisi".
La guerra continua e il premier israeliano Netanyahu ha ribadito al premier olandese Mark Rutte che "Israele non lascerà intatti i battaglioni dei terroristi a Rafah" e che "la guerra è destinata a continuare fino alla vittoria totale su Hamas".