Le Nazione unite si rivelano ancora incapaci di incidere sulla crisi di Gaza. Dopo giorni di rinvii, il Consiglio di sicurezza dell’Onu è riuscito – con l’astensione degli Stati Uniti e della Russia – a far passare un testo sulla guerra a Gaza. Che però ignora la richiesta di una tregua immediata.
La risoluzione – la seconda approvata in oltre due mesi di guerra – chiede "misure urgenti" per consentire "un accesso immediato, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari" nella Striscia e per "creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità" in un non meglio precisato futuro. La precedente formulazione della bozza – limata ed emendata per giorni per convincere gli Usa a non porre un nuovo veto – chiedeva invece "l’urgente sospensione delle ostilità", anche se non un cessate il fuoco vero e proprio. Niente da fare anche per la richiesta meno diretta, in una versione successiva, di una "sospensione urgente delle ostilità". Un emendamento russo che voleva rilanciare l’appello per una "sospensione urgente delle ostilità" è stato bloccato dagli Stati Uniti, che hanno posto il veto. Il testo approvato deplora inoltre "ogni atto di terrorismo" così come "gli attacchi contro i civili, ed esige "la liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi".
Di contro – e qui a lamentarsi sono gli Usa – la risoluzione non menziona alcuna condanna esplicita e univoca dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. "Giusta la decisione del Consiglio di sicurezza che l’Onu garantisca una razionalizzazione nel trasferimento degli aiuti e che arrivino a destinazione e non ad Hamas", ha dichiarato il ministro degli Esteri Eli Cohen che però ha avvertito: "Israele continuerà la guerra fino al rilascio di tutti i rapiti e all’eliminazione di Hamas nella Striscia".
Non fanno passi in avanti nemmeno i negoziati che Israele e Hamas stanno conducendo con la mediazione di Egitto e Qatar. Dopo il no del gruppo palestinese a una proposta di una settimana di tregua contro la liberazione di 40 ostaggi, funzionari israeliani avrebbero offerto due settimane di stop delle ostilità in cambio di quattro o cinque decine di rapiti.
Ma Hamas frena perché non vuole la tregua ma un vero cessate il fuoco. "La risoluzione dell’Onu è un passo insufficiente. Quanto all’accordo di scambio degli ostaggi – ha detto alla tv satellitare al-Jazeera Husam Badran, dell’ufficio politico del gruppo – può essere raggiunto, ma non senza un cessate il fuoco duraturo e la fine di questa guerra contro il popolo palestinese". il che è inaccettabile per Israele che vuole regolare i conti una volta per tutte con Hamas, alla quale vuole togliere il controllo della Striscia.
E così la guerra continua. Ieri un soldato israeliano è stato ucciso da Hezbollah in un attacco lanciato dal Libano. Lo ha reso noto l’Idf spiegando che un altro militare è rimasto "gravemente ferito" nell’attacco avvenuto vicino alla città di Shtula, nel nord di Israele. Il soldato ucciso era il sergente 19enne Amit Hod Ziv della 188esima Brigata corazzata. Prevedibili bombardamenti israeliani in risposta all’attacco.
A.Farr.