di Aldo Baquis
TEL AVIV
Un passo avanti, e due indietro. Sulla tregua a Gaza una settimana fa un intervento di Joe Biden, basato sulle posizioni inoltrategli discretamente dal gabinetto di guerra di Israele, aveva acceso speranze, presto smorzate dal premier Benjamin Netanyahu secondo cui quel testo includeva "alcune imprecisioni". Per alcuni giorni Hamas, pur esprimendo un "parere positivo" in termini generali, aveva mantenuto il silenzio. Ieri, da un portavoce di Hamas, è giunta una doccia fredda. "Abbiamo accolto con favore le dichiarazioni di Biden relative al blocco della aggressione e al ritiro di Israele" ha detto Sami Abu Zuhri. "Tuttavia quel documento non menziona la fine dell’aggressione ed il ritiro da Gaza". Israele – questo il timore di Hamas – propone negoziati “all’infinito“ ed una volta recuperati gli ostaggi progetta di proseguire la guerra. "Abbiamo informato i mediatori che ciò è inaccettabile" ha aggiunto Abu Zuhri, facendo però ben attenzione a non chiudere definitivamente la porta. Tanto che secondo fonti egiziane, "i leader di Hamas ci hanno informato che stanno studiando seriamente e positivamente la proposta di tregua e che forniranno la loro risposta nei prossimi giorni".
Al di là di questi assestamenti tattici, da parte di Israele e di Hamas, resta comunque evidente che Biden è davvero convinto che ormai si sia giunti ad un momento decisivo del conflitto ed è determinato a non vederlo svanire. Per questa ragione il capo della Cia Bill Burns ha avuto ordine di restare in Qatar, dove tiene elevata la pressione sui mediatori. Ha poi ispirato un appello di 17 Paesi (che hanno loro connazionali fra gli ostaggi a Gaza) rivolto ad Israele e a Hamas affinché concludano al più presto un accordo. Inoltre al Consiglio di sicurezza dell’Onu gli Stati Uniti si accingono a sottoporre una mozione "per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per la liberazione di tutti gli ostaggi, per un accresciuto volume di aiuti umanitari e una tregua duratura che metta fine alla crisi".
Il documento ricalca l’intervento di Biden per un accordo in tre fasi per passare gradualmente dalla cessazione delle ostilità sul terreno, ad una graduale liberazione di ostaggi (vivi e non), al ritorno della gente di Gaza alle loro case e poi all’avvio di negoziati indiretti fra Israele e Hamas per "la fine permanente delle ostilità". Questo progetto, rileva il documento, "è accettabile per Israele. Facciamo appello a Hamas perché pure lo accetti, affinché sia realizzato senza ritardi e senza condizioni".
La mozione accoglie comunque importanti richieste di Hamas: esclude "ogni tentativo di cambiamenti demografici o territoriali nella Striscia" e vieta ad Israele si istituirvi zone cuscinetto.