Città del Vaticano, 2 aprile 2024 – Stavolta ad essere stato usato è il Papa contro il predecessore, Benedetto XVI, e non il contrario. A svelare i segreti del conclave che nel 2005 portò sul soglio petrino Joseph Ratzinger, in un vortice di macchinazioni per bloccarne l’elezione sfruttando il nome dell’ex arcivescovo di Buenos Aires, è proprio Francesco. La soffiata arriva dalle pagine dell’ultimo libro scritto dal Pontefice con il giornalista spagnolo Javier Martinez-Brocal, ’El sucesor’ (’Il successore’), in uscita domani e di cui il quotidiano iberico Abc ha anticipato il capitolo sul voto per il dopo Wojtyla. E dire che solo una quindicina di giorni fa, stavolta nella sua autobiografia ’Life’, il Papa aveva confidato che Benedetto XVI, dopo la rinuncia del 2013, era stato strumentalizzato per ostacolare il suo pontificato.
"In quel conclave mi usarono", Bergoglio riavvolge il nastro dei ricordi sul 2005, premettendo, come a schivare eventuali polemiche, che "i cardinali giurano di non rivelare quanto accade in conclave, ma i Papi hanno licenza di raccontarlo". Nello stesso 2005 ’Limes’ pubblicò il diario di un anonimo porporato presente sei anni prima in Cappella Sistina. Fu in quell’occasione che si svelò ’il derby’ in conclave Ratzinger-Bergoglio. Adesso è quest’ultimo ad arricchire il racconto di particolari inediti. "È successo che ho ottenuto quaranta voti su centoquindici nella Cappella Sistina – spiega–. Sono bastati per fermare la candidatura del cardinale Joseph Ratzinger, perché, se avessero continuato a votarmi, non sarebbe riuscito a raggiungere i due terzi necessari per essere eletto Papa". Alla domanda di Brocal se i cardinali non avessero potuto sceglierlo, lui non ha dubbi: "Non era questa l’idea di chi sta dietro i voti".
Piuttosto la strategia degli antiratzingeriani mirava ad individuare un terzo nome fra i due, un profilo di mediazione. "Non volevano uno straniero", chiarisce Bergoglio, assicurando che, quando si rese conto dell’operazione, "ho detto a un cardinale latinoamericano, il colombiano Darío Castrillón: ‘Non scherzare con la mia candidatura, perché adesso dico che non accetterò, eh? Lasciami quì. E lì Benedetto fu eletto". Le trame sarebbero avvenute tra la seconda e la terza votazione, martedì 19 aprile 2005, di mattina. Nel pomeriggio, dopo il quarto scrutinio, Ratzinger succedeva a Giovanni Paolo II. Anche con il voto di Francesco ("Era il mio candidato", perché serviva "un Papa che mantenesse un sano equilibrio, un Papa di transizione").
Si disse che a scrivere il diario uscito nel 2005 fosse stato il cardinale Godfried Danneels o qualche altro esponente della cosidetta Mafia di San Gallo, il cenacolo dei progressisti. Addirittura circolò il nome di Bergoglio. Fonti autorevoli smentiscono siano queste le piste giuste. Mentre è sempre più evidente la manina curiale dietro le macchinazioni per fermare il teologo tedesco. E rimettere il tricolore sul soglio petrino dopo i quasi 27 anni polacchi.