Venerdì 14 Giugno 2024

La Francia testa missile con capacità nucleare: un messaggio alla Russia

Lanciato senza testata dal territorio nazionale. Lecornu: “Esercitazione programmata da tempo”. Ma il test è stato effettuato il giorno dopo l’avvio di esercitazione nucleari russe al confine con l’Ucraina

Francia effettua test di un missile con capacità nucleare: sganciato da un caccia sul territorio nazionale

Francia effettua test di un missile con capacità nucleare: sganciato da un caccia sul territorio nazionale

Parigi, 23 maggio 2024 – La Francia ha testato la versione rinnovata dell’Asmpa-Rsuo, missile aria-terra a medio raggio con capacità nucleare. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Parigi, Sebastien Lecornu. “Era previsto da tempo”, ha assicurato il ministro. Ma la data non pare casuale agli analisti. Il test di lancio è avvenuto in effetti il giorno dopo l’avvio di esercitazioni nucleari russe al confine con il territorio ucraino occupato, interpretato almeno in parte come una risposta alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, il quale non esclude l’invio di truppe in Ucraina. 

Lecornu ha detto che il missile, progettato per essere lanciato da un caccia Rafale, è stato sganciato senza testata da un aereo "sopra il territorio nazionale” e che l'esercitazione "risponde ai desideri del Presidente della Repubblica per mantenere sul lungo termine la credibilità operativa delle forze armate”. Un messaggio indiretto alla Russia. 

La Francia pianifica di spendere circa il 13% del suo badget militare nei prossimi anni per sviluppare il nucleare, il che include anche aggiornare il suo parco missili con il razzo nucleare aria-terra di quinta generazione ASN4G, entro il 2035.

Lo scorso marzo Lecornu aveva detto di non escludere la requisizione "di personale, scorte o strumenti di produzione" di aziende civili per scopi militari, nell’ottica di una estensione della guerra in Ucraina e di supporto a Kiev. Tra i Paesi Ue è il più favorevole a un sostegno all’Ucraina con l’invio di uomini nonostante questo possa comportare una riconversione dell’economia di guerra. Il presidente Macron è stato il primo a a parlare della necessità di “un’economia di guerra”.

In tutta Europa tira comunque un vento nuovo. In Italia il ministro degli Esteri Tajani ha più volte escluso l’invio di truppe a Kiev. Allo stesso tempo però la Lega propone un ritorno alla leva obbligatoria. Salvini ha parlato di un “progetto di educazione civica”, ma difficile non leggere l’idea all’interno di un rinnovato quadro geopolitico europeo o mondiale. 

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