Mercoledì 11 Dicembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Droni fantasma dal Libano. Bucato lo scudo d’Israele. Strage di soldati nella base

Quattro morti e settanta feriti nell’attacco di Hezbollah. Missili su Tel Aviv. La promessa di Netanyahu: "Pronti a rispondere, colpiremo anche Beirut".

Droni fantasma dal Libano. Bucato lo scudo d’Israele. Strage di soldati nella base

Il sistema di difesa Iron Dome in azione per intercettare razzi e missili sparati dal sud del Libano verso la Galilea

Volano a bassa quota, molto lentamente. A volte scompaiono dai radar lasciando aperta la possibilità che si siano schiantati a terra. Ma potrebbero anche proseguire la loro missione. Difficili da distinguere fra altri oggetti volanti e anche fra le cicogne che in gran numero sorvolano in questa stagione Israele, i droni degli Hezbollah sono la spina nel fianco della aviazione israeliana, che pure vanta sistemi di difesa ultra-tecnologici come i missili ‘Arrow’, o anche la ‘Fionda di David’ o le batterie ‘Iron Dome’. E a giorni ad essi si affiancherà anche una batteria Usa di missili Thaad.

Domenica uno di questi droni, con una testata di appena 3-5 chilogrammi, è stato protagonista dell’attacco più cruento condotto negli ultimi mesi dagli Hezbollah (fatta eccezione per la uccisione di 12 ragazzi in un villaggio druso del Golan). Dopo aver eluso per un’ora gli sforzi di neutralizzazione degli aerei da combattimento ha centrato il refettorio della base di addestramento Golani nel nord di Israele, provocando la morte di quattro militari ed il ferimento di altri 70. I militari erano a cena. Gli Hezbollah conoscevano la ubicazione precisa del loro refettorio e l’ora precisa in cui sarebbero entrati. Hanno calibrato il volo del loro drone di fabbricazione iraniana affinché facesse il maggiore danno possibile.

Ieri Netanyahu si è recato nella base colpita e ha promesso che Israele reagirà con grande determinazione, "in tutto il territorio libanese, anche a Beirut se occorre". Con queste parole ha inteso smentire informazioni stampa secondo cui il presidente Biden gli avrebbe fatto intendere, giorni fa, che Israele deve astenersi dal tornare a colpire zone abitate nella capitale libanese.

Ieri gli Hezbollah hanno lanciato dal Libano tre missili terra-terra verso Tel Aviv. Per non correre rischi superflui, il comando delle retrovie ha fatto suonare sirene di allarme lungo tutto il loro tragitto. Milioni di israeliani sono allora corsi ai rifugi. Un evento che prelude alla intenzione degli Hezbollah di condurre per i prossimi mesi una guerra di logoramento nelle retrovie di Israele.

Fra quanti seguono con vivo interesse gli sforzi israeliani di intercettare i droni degli Hezbollah vi è l’ambasciatore ucraino a Tel Aviv, Yevgen Korniychuk. Alla crescente cooperazione fra Russia ed Iran nella utilizzazione dei droni in Ucraina (oltre 1300 lanciati a settembre e 80% intercettati) secondo l’ambasciatore il suo Paese ed Israele dovrebbero pure scambiarsi esperienze per perfezionare le rispettive difese. Ma dai responsabili della sicurezza israeliana, ha aggiunto, gli sono giunte in questi anni solo reazioni sfuggenti. Secondo la televisione pubblica Kan, Israele teme innanzitutto una reazione punitiva da parte della Russia. Per lottare contro i droni degli Hezbollah il comandante dell’aviazione israeliana Tomer Bar ha allora dato ordine di colpire a tutti i livelli la ‘Unita’ 127’ che coordina le loro attività. Dal Libano gli Hezbollah hanno risposto con un filmato che mostra i preparativi dei nuovi lanci, accompagnato dalla scritta: "Stiamo ancora molto bene".

Sul terreno i militari israeliani sono avanzati di 3 chilometri nel Libano meridionale, trovandovi le conferme che Hezbollah progettava di lanciare contro la Galilea un attacco a sorpresa molto più vasto di quello organizzato da Hamas il 7 ottobre. Hanno scoperto ampie aree sotterranee, scavate nella roccia, ciascuna delle quali capace di accogliere un intero battaglione. C’erano non solo armi e mezzi da combattimento, ma anche divise, scorte di cibo, camerate e servizi con acqua corrente.