Zurigo, 11 giugno 2020 - "Quel cioccolatino è razzista", dopo anni di polemiche e petizioni la catena elvetica di supermercati della Migros ha ritirato dalle vendite il 'moretto', un dolce al cioccolato ripieno di panna. Sarà il momento di tensioni razziali per il caso Floyd negli Usa, o perchè era parecchio tempo che associazioni denunciavano il cioccolatino razzista, la Migros alla fine ha detto basta, e ha tolto dagli scaffali i Mohrenkopf, traducibile con 'testa di moro', golosità prodotta dalla Dubler, azienda del Cantone dell'Argovia, nel nord del Paese, fin dal 1946.
Wir haben uns dazu entschieden, das Produkt aus dem Sortiment zu nehmen. Die aktuelle Debatte hier hat uns dazu bewegt, die Situation neu zu beurteilen. Dass dieser Entscheid ebenfalls zu Diskussionen führen wird, ist uns bewusst. ^nk
— Migros (@migros) June 10, 2020
Ma la mossa a sorpresa, arrivata con un tweet in risposta alla protesta di un utente che aveva definito "estremamente razzista" il nome del dolce, ha scatenato l'ira invece degli amanti del cioccolatino col cuore di panna. Quindi sono spuntati sui social discorsi sulla "nuova, dilagante e subdola dittatura del politicamente corretto". O più semplicemente c'è chi li associa a toccanti momenti dell'infanzia: "sono un ricordo legato alla mia amata zia che non c'è più e abitava a Ginevra, andare con lei alla Migros a mangiarli era una festa".
La difesa dell'incolpevole dolcetto è stata presa anche da uomo di fede, o almeno così si è presentato sui social: "Oggi Migros non chiama più così i moretti per rispetto, ma di cosa? E io che sono un sacerdote potrà esigere che Migros dia un nome nuovo agli 'strozzapreti'?".
Ma in fondo gli svizzeri più golosi possono consolarsi, ha precisato la Migros, infatti l'amato cioccolatino non sparirà per sempre dalla Terra: infatti solo la Dubler ostina a chiamare i dolci col suo nome originale, e quelli saranno ritirato dal supermercato, mentre resteranno sugli scaffali quelli ribattezzati kiss da altre aziende.
Fanno festa invece i promotori di una petizione del 2017 del Comitato contro i dolci razzisti che chiedeva di abolire il nome "palesemente razzista".